Quattordici libri d’artista al Museo del Tesoro del Duomo per restaurare il Codice di Avicenna

Alcuni dei libri d’artista in mostra

Quattordici “libri d’artista” per consentire il restauri di uno dei tesori della Biblioteca Capitolare di Vercelli: il “Codice di Avicenna”, uno dei più antichi testi della medicina, scritti appunto da Avicenna (Ibn Sina), medico, fisico, scienziato e filosofo musulmano, vissuto nella Persia del X secolo.

La mostra, presso il Museo del Tesoro del Duomo, è stata inaugurata giovedì scorso e rimarrà aperta fino al 14 dicembre. L’ha fortemente voluta la presidente di Amci (l’Associazione medici cattolici italiani) di Vercelli, presieduta da Elvira Demarino ed importante  è stato l’accordo con “”Studio Dieci”, il centro artistico e culturale presieduto da Carla Crosio, che ha indicato i quattordici artisti che hanno realizzato i libri in esposizione e in vendita. Ciascun libro d’artista costa 300 euro, ma in finanziamenti per il restauro del Codice possono derivare anche dall’acquisto del bellissimo catalogo della mostra, venduto al prezzo di 30 euro.

I quattordici artisti che hanno collaborato al progetto sono Rossella Canè, Michela Cavagna, Carla Crosio, Caterina Del Nero, Valentina De Luca, Alessandra Favini, Donatella Giagnacovo, Salvatore Giò Gagliano, Margherita Levo Rosenberg, Ruggero Maggi, Diego Pasqualin, Federica Patera con Andrea Sbra Perego, Ornella Rovera e Guido Tassini.

All’inaugurazione della mostra, oltre alla dottoressa Demarino e a Carla Crosio erano presenti il consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti, la vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli Paoletta Picco e il questore Giuseppina Suma.

Hanno preso la parola la conservatrice della Biblioteca capitolare Silvia Faccin la conservatrice  del Museo Sara Minelli. Dopodiché c’è stato l’intervento del presidente della Fondazione Museo del Tesoro del Duomo, Piero Bellardone. Queste le sue parole.

“Vercelli racchiude scrigni di storia, arte e saperi. Tra questi luoghi delle meraviglie vi sono i tesori di Museo, Archivio e Biblioteca Capitolare. Un patrimonio che si interseca, restituendo una storia straordinaria, quella della Vercelli medievale al centro del mondo culturale e artistico. Una Vercelli che oltre 1650 anni fa divenne la prima diocesi del Piemonte, che 800 anni fa vide sorgere il primo Ospedale piemontese, ancora punto di riferimento. Una città che nel 1228 si impegnò per la costituzione di una delle prime Università laiche.

Da anni la Fondazione MTD si impegna nella creazione di connessioni con il territorio, con il pubblico di ogni età, con la comunità scientifica internazionale per essere sempre più vicina ed accessibile, ma soprattutto per rinsaldare i legami alla base delle collezioni: quelle di canonici e altri personaggi che hanno lasciato oggetti, manoscritti e libri alla Cattedrale, le cui vicende sono raccontate dai documenti e dalle moltissime tracce disseminate lungo la storia.

Dal 2012 questo legame si è fatto ancora più saldo. Prima con il progetto Adotta una pergamena e, successivamente, con Adotta un manoscritto abbiamo coinvolto il pubblico, italiano e straniero, di ogni età e di ogni tipologia, per aiutarci a sostenere economicamente il recupero di documenti dell’Archivio Capitolare e di alcuni codici medievali della Biblioteca Capitolare. Una risposta molto positiva che non solo ha consentito di restaurare questo prezioso materiale, ma soprattutto di costruirvi attorno studi di alto livello e azioni di valorizzazione per riconnetterlo con la collettività di cui è parte. Molto però è ancora da fare.

Grazie all’enorme interesse dimostrato dall’Amci sezione Vercelli, attraverso la collaborazione di Studio Dieci e degli artisti coinvolti a cui va il mio più profondo e sentito ringraziamento, oggi si apre questa particolare mostra che vuole sostenere il restauro del Canone della Medicina di Avicenna, custodito in Biblioteca Capitolare. Un manoscritto importante, testimone di come i canonici non fossero solo uomini di chiesa, ma preziosi detentori di molteplici saperi, tra cui quello medico.

L’impegno di AMCI per sostenere il restauro si inserisce in quella dedizione che va oltre la scienza, che diventa cura dei bisogni, attenzione al malato non come paziente, ma come individuo a cui offrire il proprio servizio. La volontà di recuperare questo particolare manoscritto, contenente l’origine della disciplina medica alla base della medicina moderna, significa legarsi anche all’origine del nostro ospedale di S. Andrea, luogo di spiritualità e di ospitalità divenuto poi centro di assistenza sanitaria.

Come espresso da Ippocrate, la medicina è arte. E qui, oggi, si fonde con le arti in senso stretto. L’unione di queste molteplici sfaccettature non può che rafforzare le singole parti e questa mostra testimonia come i legami si possano creare, rinsaldare, ricucire, anche 1000 anni dopo”.

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1 commento

  1. Questi eventi
    oltre a conferire possibilità ai cittadini
    di partecipare alla meritoria impresa
    e dar visibilità all’ente
    che (il) tutto pro-muove,
    penso che otterranno maggior impulso
    gli studi sul rarissimo e importante
    materiale
    .. forse un giorno sapremo
    quali misteriose, imperscrutabili
    vie
    il prezioso documento abbia percorso …….
    .. partendo da Bologna .. attraverso Avignone
    per giungere, in fine,
    stanco ma felice
    nei pressi di casa … mia e tua,
    a Vercelli!

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