L’analisi del voto delle amministrative di sabato domenica, con la proiezione verso il ballottaggio di domenica 23 e lunedì 24, è molto complessa.
Partiamo dalle constatazioni più evidenti. Il centrodestra può sicuramente festeggiare con l’ottimo 37,87 per cento conquistato dal candidato sindaco Roberto Scheda, rispetto al 25,6 ottenuto dal candidato del centrosinistra che lo affronterà al ballottaggio, Gabriele Bagnasco.
Si troveranno di fronte due uomini della politica, un ottantenne e un settantenne che, a differenza, di tanti “campioni” dell’antipolitica che in questo periodo vanno per la maggiore nel Paese, hanno respirato a pieni polmoni l’aria delle segreterie di partito fin da ragazzi. Scheda è sempre andato fiero della sua militanza nel Psi, anche in tempi in cui era più semplice e remunerativo (politicamente parlando) fingere di ignorare chi fosse Bettino Craxi. L’avvocato Scheda non ha mai nascosto la sua amicizia con il leader del Psi morto ad Hammamet, anche quando Craxi veniva bersagliato dal qualunquismo di stampo squadristico alla famosa uscita dall’Hotel Raphel di Roma.
Gabriele Bagnasco, politicamente nato tra i Verdi, ha guidato la città per nove anni e, successivamente, è stato consigliere di minoranza in Comune, diventando poi una sorta di padre nobile del Pd. Come tutti ricorderete, non doveva essere lui il candidato in questa tornata elettorale, anzi si era impegnato in prima persona nella scelta di altri. Poi però, dopo un paio di rinunce pesanti, il Pd si è rivolto a lui, ed ha accettato.
Sulla carta, Bagnasco parte battuto. Ma sarà bene ricordare (e Scheda lo ricorda benissimo) i due exploit del 1995 e del 1999, quando, dopo il primo turno, egli partì staccatissimo da Francesco Radaelli e da Lorenzo Piccioni e finì col prevalere. Addirittura nel ‘99 egli vinse un doppio ballottaggio perché nel primo turno non era stato appoggiato dal Pds, che aveva invece candidato un proprio iscritto di lungo corso qual era Gilberto Valeri. Bagnasco si candidò lo stesso, prevalse su Valeri al primo turno e trionfò anche nel vero ballottaggio su Piccioni.
Ora, è vero: sono passati 25 anni e quelle dinamiche sono cambiate. Se un tempo al ballottaggio gli elettori di centrodestra preferivano andare al mare (almeno secondo una leggenda metropolitana dura da smontare) e quelli di sinistra partecipavano invece in massa, ora con Meloni sembra che lo spirito di squadra stia funzionando meglio.
Ma certo Scheda dovrà guardarsi sia dal rischio dell’astensionismo (già elevatissimo al primo turno) sia dai numeri del suo successo di sabato e domenica così diversi da quelli delle Europee. Si perché se tutto sommato Lega e Forza Italia si sono attestate anche nelle amministrative (La Lega comunque un po’ meno) sul trend della corsa verso Strasburgo, Fratelli d’Italia hanno perso per strada una percentuale rilevante di votanti: dal 32,4 per cento al 19,14 per cento, secondo il Comune e addirittura al 18,27 secondo un altro riepilogo sempre del Comune.
E chiaro che ciò si spiega perché alla Comunali sono arrivate le due liste civiche di Olmo e di Corsaro a drenare un numero consistente di voti, complessivamente 5.447.
A questo punto una riflessione è inevitabile: giusta o sbagliata la scelta di Corsaro di fare una propria lista? Alla luce dei risultati alcuni la ritengono sbagliata anche perché il sindaco uscente è stato superato di mille voti (3.223 contro 2.224) da Olmo. Ma c’è anche chi afferma (e sono in molti a sostenerlo) che Corsaro non solo non poteva fare diversamente visto il modo con cui è stato trattato (nemmeno una telefonata da parte delle segreterie regionali, provinciali o cittadine dei tre partiti a comunicargli la mancata ricandidatura), ma anche che in fondo una rivincita almeno morale se la sia pur presa conquistando nettamente più voti della Lega, con una lista creata in pochi giorni, e appaiando, se non superando (secondo le due versioni del tabellone definitivo del Comune) anche i voti di Forza Italia.
Corsaro, che non è certo uno sprovveduto, sapeva benissimo di correre il rischio di essere scavalcato da Olmo, ma per orgoglio ha voluto fare lo stesso, per lanciare un segnale chiaro ai partiti che lo hanno messo alla porta senza neppure azzardare un colloquio a quattr’occhi che sarebbe stato il minino per un sindaco che ha governato con il centrodestra per quindici anni.
E a questo punto parliamo di Carlo Olmo. Il suo 15,68 per cento è a tutti gli effetti sensazionale. Si tratta del secondo risultato di sempre ottenuto a Vercelli da una lista civica, senza l’appoggio dei partiti, superato solo, ma con due liste, dai SiAmo Vercelli nel 2014 (16,2 per cento): addirittura, per Olmo, 1,2 punti in più rispetto al già straordinario risultato (14,4 per cento) conquistato da Scheda nel 2019 alla guida di due liste civiche, pure lui senza alcun partito in appoggio.
Ora la domanda è semplice: Olmo intende gestire o no, in prospettiva ballottaggio, il suo tesoretto, che potremmo chiamare tesorone di 3.223 voti? Questa mattina, grato ai vercellesi che lo hanno votato e ai suoi candidati, Olmo ha detto di volersi prendere ventiquattr’ore per riflettere. Ma la destinazione del suo tesoro di voti (facciamo che chiamarlo così), se qualcuno andrà a bussare alla sua porta, è una delle incognite più importanti di queste prime ore del post primo turno.
Scheda e Bagnasco si troveranno costretti in questi giorni a valutare anche i 7.520 voti delle liste che non vanno al ballottaggio e, perché no?, anche gli ipotetici circa 14 mila di coloro che non sono andati a votare sabato e domenica scorsi: oltre 21 mila voti teoricamente disponibili su cui riflettere. Sempre andando ad esaminare i risultati delle liste alla comunali, il gap tra Fratelli d’Italia e Pd (per i motivi che abbiamo detto) è ridottissimo: siamo a meno dell’uno per cento di scarto contro i poco meno di dieci punti delle Europee.
Tornando all’analisi del voto dello scorso weekend a Vercelli, c’è da segnalare il catastrofico risultato conseguito alle amministrative dal Movimento 5 Stelle che ha ottenuto la miseria di 467 voti (2,27 per cento) con la sua candidata Valentina Bruson: discutibile la scelta di aver optato per una valsesiana (pur brava e sagace) a Vercelli; poco meglio ha fatto (e questa è stata una sorpresa in negativo, visto l’impegno in questi dici anni in Consiglio), Michelangelo Catricalà fermo a 539 voti (2,62 per cento).
Inferiore alle attese anche il risultato di Fabrizio Finocchi, uno dei candidati obiettivamente più preparati, che ha pagato il flop nazionale del vecchio Terzo Polo, che egli aveva cercato di riproporre a Vercelli, con coraggio e fiducia: Finocchi si è fermato a 1.058 voti, vale a dire al 5,15 per cento.
Edm






Secondo me Corsaro ha fatto bene a candidarsi
non tanto per lo spettacolo vergognoso e litigioso
portato in tournée fino a Roma dai tre partiti,
che ha caratterizzato la destra vercellese,
ma perché ha ben governato (15 anni)
e poteva portar altrettanto bene a termine
gli innumerevoli progetti e .. cantieri
tanto che forse, con una strategia meno “cavalleresca”
avrebbe potuto raccogliere ben di più.
..
Olmo non avrà i partiti alle spalle ma ha investito
somme equivalenti in una campagna elettorale
lunga non mesi ma anni, del tutto asinmmetrica
e molti lo davano favorito (almeno) per il ballottaggio
la figura del “filantropo” (ricco) è antitetica a quella
del candidato politico tradizionale
propria del sistema democrazia partecipativa
quindi i confronti sono un po’ forzati
se fattu con politici-puri …
io lo vedo confrontabile .. con Achille Lauro ..
se non per indole, almeno “da manuale”.
.. o anche Bill Gates, o Soros
.. persone “con le mani libere”, col pieno controllo
della propria organizzazione non democratica
..
I due “qualificati” per la .. finale
son separati da un abisso di voti …
apparentemente (ma solo a.-) incolmabile
..
Non credo che i due candidati sindaco
faranno offerte dichiarate ed eclatanti
(ai 2 princiopali “piazzati”),
per non inquinare la propria immagine ..
.. perdendo altri consensi, già acquisiti
inoltre non è detto che i “piazzati”
.. “detengano” il pacchetto dei voti “conquistati” ..
da tirar fuori dall’armadio, per venderli ai primi 2.
I cittadini voterebbero a comando,
dopo aver scelto al primo turno
un antagonista,
.. per passar ora all’acerrimo nemico?
Non saprei
..
Se destra e sinistra esistono ancora
se la destra è ancora più benestante
.. fra 15 giorni sarà al mare o in montagna
(in maggior misura della sinistra)
confidando nell’abisso che separa-va dx e sx ..!?
..
I tre “fanalini di coda” dovrebbero, in varia misura
trovarsi più a proprio agio votando sinistra
il vero quesito è: cosa farà quel rimanente 25%. ?
..
Quel 10% di voti di destra tornerà all’ovile ?
Oppure in (buona?) parte si troverà meglio disposto
verso il rivale? (per nulla impresentabile)
..
.. e quel 15% che ha amato il Vate delle mascherine
.. che promise loro anche lo stipendio
quali corrispondenze troverà in Scheda e Bagnasco?
Vedremo l’Avvocato calzare il cappellino con visiera?
Bagnasco finalmente si raderà la barba (ma non a zero) …?
Solo rispondendo a tali fantasiosi quesiti
potremo conoscere la Vera-Verità!
Il voto si concluderà il
24/6/2024
.. vale a dire (per i numerologi);
2+4/6/2+4
in fine
666
..
che fa temere possa trattarsi
di una data piuttosto .. “sifolina”
..
.. sennonché, come contraltare
.. detto a consolazione ..
risulta sotto la protezione di
San Giovanni .. (24.6)