“Nella prossima patronale, da quest’anno, e per sempre, la processione del giovedì, alla quale dovranno essere presenti Asjanot e Asjanota, sarà in tuo onore”. Con queste parole oggi, il parroco di Asigliano monsignor Gianfranco Brusa, ha inteso legare indissolubilmente San Vittore ad uno dei suoi fedeli più devoti, Antonio Dattrino.
C’era praticamente tutto il paese nella parrocchiale per l’ultimo saluto ad Antonio Dattrino perché, come ha detto monsignor Brusa all’inizio della funzione religiosa, Dattrino “è stato e sarà sempre Asigliano”.
La chiesa era stracolma. In tanti hanno ritenuto giusto, irrinunciabile stringersi intorno alla moglie Carla, ai figli Paolo con Mariella, Emilio con Mara, e Antonella con Fausto ai nipoti Matteo, Emma ed Alice. C’erano il sindaco Lillo Bongiovanni con l’amministrazione comunale, il Comitato folkloristico asiglianese (e sul feretro il figlio Paolo ha deposto la caratteristica maglia arancione), Asjanot e Asjanota con il loro seguito mascherato, una folta rappresentanza de “La Sesia”, il giornale con cui Dattrino ha collaborato per quasi 67 anni come corrispondente da Asigliano e dalla Bassa. Un miriade di amici e di cittadini.
Commentando il Vangelo di Giovanni su Lazzaro, monsignor Brusa ha premesso: “Non mi basteranno gli otto minuti di omelia invocati da Papa Francesco per celebrare Antonio perché con la sua partenza si chiude qualcosa di importante per me e per voi: Antonio era un uomo giusto”. Quindi il ricordo del primissimo incontro, in Seminario. Don Brusa era appena stato destinato alla parrocchia di Asigliano, ma non doveva ancora rivelarlo a nessuno. Però in Seminario ci fu l’incontro casuale con Dattrino, e don Brusa decise di confidarsi con lui. “Antonio mantenne il segreto, però mi disse: ‘Se vuoi andare bene ad Asigliano, ricorda sempre San Vittore’. Gli ho detto retta, l’ho sempre fatto”.
E poi quel pensiero delicato, affettuoso, che ha commosso tutti: “Quando la sera tornavo ad Asigliano, capitava spesso di vederti passeggiare da solo o con Carla sul viale. E solo a quel punto mi dicevo: ‘Sono tornato a casa’”.
Dopo la Comunione, hanno preso la parola il sindaco e due vecchi e cari amici di Antonio: Enrico De Maria e Fabrizio Marinone.
Con la voce spezzata, il sindaco ha detto: “Caro Antonio, sei stato custode delle radici più profonde di una terra a noi tanto cara e dove eri protagonista con la quotidianità, la vitalità, la commozione, il cuore e la fede per San Vittore…Grazie, grazie e ancora grazie per quello che hai fatto e per quello che ci hai lasciato. Non ti dimenticheremo mai perché se oggi Asigliano è Asigliano lo dobbiamo tutti a uomini e donne come Antonio”.
Enrico De Maria ha ricordato il primo incontro alla primissima edizione del Concorso di poesia “Cesare Serra”, una delle tante felici invenzioni di Dattrino e l’amicizia comune con Angelo Gilardino, compagno di giochi del giovanissimo Dattrino. “A novembre – ha detto il giornalista vercellese – venni a tenere una conferenza su Gilardino qui ad Asigliano. Tu ovviamente c’eri. Alla fine ti chiesi di portarmi a vedere la regione Villa, dove Gilardino abitava da bambino. ‘Ven qui’, mi dicesti e mi conducesti là. Fu un momento molto intenso. Non potevo immaginare che non ti avrei mai più rivisto. Ma ci ritroveremo, Tony, stanne certo. Ce lo assicura ogni giorno qui in chiesa don Gianfranco e, laicamente, ce l’ha detto sempre qui, tre anni fa, ai funerali di Angelo, un grande filosofo come Sergio Givone. Tienici in caldo i posti. Quando ci incontreremo di nuovo, sono certo che mi accoglierai di nuovo con il tuo inconfondibile ‘Ven qui’”.
Fabrizio Marinone, uno degli ultimi amici che andarono a trovarlo in ospedale domenica (quando nessuno poteva pensare un epilogo così repentino e tragico del ricovero) ha condiviso tanti anni di animazione con Dattrino, sia a Radio Studio Pezzana sia Tele Basso Vercellese. E pure la sua dolorosa commozione era palese. Ha detto: “Di corsa hai vissuto e troppo di corsa te ne sei andato. Qui i buoi correranno, il voto sarà sciolto, e tu godrai di tutto questo da un luogo privilegiato”
Dopo la funzione religiosa, la salma di Antonio Dattrino è stata tumulata nel vicino cimitero di Billiemme.





