Migrazioni, un dibattito “controcorrente” alla Cripta dei Vescovi

Da sinistra Quirico, Albanese e Ambrosini alla Cripta di Sant’Andrea

 

Vercelli – Una lettura coraggiosa e controcorrente (visti i tempi) del fenomeno delle migrazioni: è quella data giovedì sera alla Cripta dei vescovi nel dibattito organizzato dall’Associazione “Kairos”: dibattito che ha visto coinvolti l’inviato e caposervizio agli Esteri de La Stampa Domenico Quirico e il sociologo vercellese, che insegna “Sociologia delle migrazioni” alla Statale di Milano Maurizio Ambrosini. Il confronto, introdotto dalla capo servizio de “La Stampa” di Vercelli Roberta Martini, è stato moderato da Daniele Albanese, del’Ufficio Politiche migratorie e protezione internazionale della Caritas Italiana.

La serata si è aperta con una serie di dati e considerazioni presentate da Ambrosini per separare la verità dei fatti (e dei dati) dalla percezione degli stessi. Un dato su tutti: oggi gli stranieri (tra regolari ed irregolari) sul territorio italiano sono il 9 per cento della popolazione. “Ma secondo gli italiani interpellati in un sondaggio sarebbero il 26 per cento”. “Purtroppo – ha detto il sociologo – nessuno bada più ai dati reali: la rappresentazione dell’immigrazione nel nostro Paese è ormai vista dall’osservatorio del bar Sport”.

Ambrosini ha poi fatto notare che ci sono stranieri che, pur essendo spesso extracomunitari, non sono mai visti in senso negativo, anzi sono considerati immigrati “meritevoli”: le badanti che assistono i nostri anziani, i calciatori, gli uomini d’affari, gli artisti. “E tutto ciò perché – ha osservato – la ricchezza sbianca”. Quindi, il sociologo della Statale ha messo in rilievo – sempre dati alla mano – che il maggior numero di immigrati che vivono nel nostro Paese non arrivano dall’Africa, bensì dall’Europa e che sono a maggioranza prevalentemente cristiana.

Poi però ha ammesso che il sovranismo, prima ancora che alle urne,  ha già vinto nelle menti delle persone, dove il percepito predomina sul reale.

Ha poi citato alcune fatti tutto sommato sorprendenti, che nessuno sottolinea mai, e cioè che le maggiori sanatorie sugli immigrati nel nostri Paese sono state attuate negli anni di governo di centrodestra: “Tra il 2002 e il 2003 – ha detto . La Bossi-Fini ne ha regolamentati 600 mila e il ministro Maroni 300 mila nel 2009. Il governo Berlusconi ha inoltre tolto l’obbligo del visto per l’ingresso in Italia dall’Albania, da tutti i Paesi dell’area Balcanica e dal Brasile. Cosa che tuttavia ha fatto pure il governo Gentiloni nel 2017 per quanto riguarda l’Ucrania e la Moldova”.

Poi la parola è passata a Domenico Quirico, da sempre sostenitore della tesi radicale che il mondo occidentale dovrebbe aprire le porte a tutti i migranti, visto o non visto, status o non status, proprio per il principio del “diritto positivo”. “La nostra narrazione basata sulla bontà sulla carità nei confronti di questa gente – ha detto il giornalista de La Stampa, che coi migranti ci ha pure viaggiato sul serio, sui barconi e per terra – ha portato al risultato opposto. Abbiamo sbagliato a puntare sulla commozione, alla gente non frega assolutamente nulla. Dovevamo puntare sul diritto”.

Quirico ha quindi aggiunto, con amarezza. l’inutilità, a parer suo, di continuare a scrivere delle violenze sistematiche praticate sui migranti, ad esempio in Libia. “Io mi sono rifiutato di continuare a scriverne perché la ritengo un’azione del tutto inutile. Quando ho incominciato a trattare la materia delle migrazioni, i partiti razzisti in Italia erano al 3 per cento, o poco più. Adesso sono al 35, 40, forse 50 per cento. Non solo non è servito parlare di questo fenomeno, cercando di raccontare i sacrifici le sofferenze di questi popoli, ma è addirittura stato controproducente. Noi, ripeto avremmo dovuto lasciare da parte i discorsi umanitari e caritatevoli  e puntare sulla diritto per l’uomo in astratto, non importa di quale etnia, colore, religione, e non importano i perché della sua scelta, di potersi spostare liberamente nel mondo, soprattttuo nel nostro mondo, l’Occidente, che  è la costruzione storica del Diritto”.

Ma c’è una via d’uscita a tutto questo, senza costruire muri o minacciare il deterrente dell’arsenale nucleare come ha purtroppo detto, recentissimamente, un anziano politico che un tempo era assai più avveduto? Secondo Ambrosini sì. “Anziché proporre genericamente il tema della migrazione – ha detto – potremmo agire per segmenti e incominciare a chiedere agli italiani se accettano gli studenti che vengono a imparare nelle nostre università, quindi se accettano i medici stranieri, che ormai in Italia sono già diciannovemila, e poi gli infermieri stranieri, che sono un terzo in tutto il settore. E poi se accettano i ricongiungimenti familiari per far sì che l’immigrato possa avere una vita appagante familiare, per mantenere la quale sia ‘costretto’ a cercare lavoro, senza cadere in distrazioni pericolose per se stesso e per la nostra comunità”.

edm

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

1 commento

  1. “separare la verità dei fatti (e dei dati) dalla percezione degli stessi. Un dato su tutti: oggi gli stranieri (tra regolari ed irregolari) sul territorio italiano sono -SOLO, ndr- il 9 per cento della popolazione ..”.
    Gli studiosi non ci hanno fornito altri “numeri”. Semplificando grossolanamente, ricordo che la popolazione italiana maschile nella fascia fra i 20 e i 35 anni risulta pari all’8% circa del totale (60M ca., italiani + stranieri), Tenuto conto che gli sbarchi sono formati quasi unicamente da maschi in tale fascia di età e data la fertilità di quei popoli, di gran lunga superiore a quella degli italiani, la sostituzione etnica e culturale è in nuce.
    Tutto il sintetico ma dettagliato resoconto è, giust’appunto, non controcorrente ma .. “controcorrente” (non di quelli che scriveva Montanelli .. chissà come l’avrà presa..) .. appartiene a una delle 2 correnti.. neppure una “correntina”, ma una “corrente del golfo”. George Soros condividerebbe certamente tutto.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here