Momenti di gloria per Marta Boccalini. La docente di Lettere del Liceo Classico “Lagrangia”, che aveva appena pubblicato un racconto nell’antologia di scritti dedicati ai giorni del lockdown “DecameRoom”, edito dalla “Undici”, e che quindi ha avuto il privilegio di vedere inserito un altro suo scritto, “Nessuna Musica”, nel primo volume “Racconti dal piemonte”, per Historica, adesso è stata selezionata con una poesia, Chissà cosa”, tra i finalisti del XX Premio internazionale di poesia inedita “Il Federiciano”.
Si tratta di un concorso, anzi di un festival artistico, originale e importante che è organizzato ogni anno dall’editrice Aletti nell’incantevole borgo di Rocca Imperiale, in provincia di Cosenza. Il piccolo centro sullo Ionio è ormai diventato “il paese della poesia perché appunto ogni anno i due vincitori del “Federiciano” hanno il privilegio di vedere incise le loro poesia su ceramiche maiolicate che vengono collocate sui muri delle case, accanto a quelle che ospitano versi immortali di Quasimodo, Luzi, Alda Merini altri giganti fino ai versi di Mogol e di Pupi Avati. Di solito la scelta delle poesie vincenti veniva fatta alla fine di agosto e il segreto sulle vincitrici veniva mantenuto fino allo scoprimento delle ceramiche.

Quest’anno, con l’epidemia Covid ancora in agguato, i tempi si sono allungati. Per la professoressa Boccalini è comunque importante che la sua poesia sia stata prescelta e che abbia già ottenuto il diritto ad essere pubblicata nell’antologia delle finaliste. A stabilire le vincitrici penserà una giuria presieduta dall’editore e ideatore del Premio Giuseppe Aletti, dal poeta georgiano Dato Magradze, autore tra l’altro dell’inno nazionale del suo Paese e già candidato al Nobel, e dal grande traduttore marocchino Reddad Cherrati.





