Il libro di Gilardino su Castelnuovo-Tedesco sarà presentato alla Camera

Cinquant’anni fa, per l’esattezza il 16 marzo 1968, moriva a Beverly Hills il compositore fiorentino Mario Castelnuovo-Tedesco, il “signorile umanista toscano”, secondo una bella definizione di Massimo Mila. Moriva da cittadino statunitense, perché, riverito e stimato dai suoi connazionali e concittadini fino alle leggi razziali di Mussolini, dal 1938 era diventato una sorta di “paria”, nella sua Firenze, in quanto ebreo. Era stato così costretto ad emigrare negli Stati Uniti e, appunto a Beverly Hill, aveva allevato una generazione di musicisti che hanno poi fatto fortuna soprattuto in ambito cinematografico, componendo le colonne sonore dei film più famosi della settima arte: nomi, per intenderci, del calibro di André Previn e di Henry Mancini.
L’Italia non ha mai ripagato degnamente la memoria di quel grande compositore ebreo costretto a fuggire dal suo Paese per una legge inumana, varata solo per compiacere Hitler. Lo fa finalmente adesso, il prossimo 24 gennaio, nel cinquantenario della scomparsa, nella Sala della Regina di Montecitorio per iniziativa del deputato Raffaello Vignali. E lo fa con una cerimonia pubblica che ha tanto di vercellese, visto che sarà presentato, quel giorno, il nuovo libro scritto dal compositore e chitarrista Angelo Gilardino e intitolato: “Mario Castelnuovo-Tedesco: un fiorentino a Beverly Hills”. Venticinquenne e ancora pressoché sconosciuto nel mondo della chitarra classica (che oggi lo celebra tra i miti del Novecento e di questo secolo), in poco meno di un anno, dal febbraio del ‘67 fino appunto al marzo del ‘68, quando Castelnuovo-Tedesco morì, a 73 anni, anni, Gilardino intrattenne una fitta corrispondenza con il grande compositore fiorentino e, successivamente, con la sua vedova, la signora Clara; fitta corrispondenza che permise all’allora giovane chitarrista emergente di approfondire la conoscenza con il maestro di Beverly Hills e, successivamente, di studiarne la vita.

Come aveva già fatto con Segovia, Gilardino racconta adesso Castelnuovo Tedesco in un libro di prossima uscita, per le edizioni Curci di Milano, e proprio con la presentazione ufficiale di questo libro alla Camera dei deputati, l’Italia risarcirà in qualche modo Castelnuovo-Tedesco per la terribile ingiustizia inflittagli ottant’anni fa. Durante la cerimonia alla Camera saranno eseguite musiche del compositore fiorentino e Vercelli sta già pensando ad una presentazione in sede locale dell’opera.

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