Le assoluzioni Cortopassi e Zanotti e i tempi lunghissimi della Giustizia

Sono due le cose essenziali da mettere in luce nella vicenda giudiziaria che ha riguardato due noti esponenti del centrodestra vercellese, l’ex segretario provinciale del Pdl Alberto Cortopassi e l’ex capogruppo sempre del Pdl in Consiglio comunale Francesco Zanotti, appena prosciolti definitivamente dalla Corte d’Appello di Torino, dall’accusa di concussione rivolta loro dalla procura di Vercelli.

La prima è che la vicenda che li aveva riguardati era incominciata dodici anni fa. Sì avete capito bene: dodici anni, dall’avvio delle indagini nei loro confronti (2009) fino alla chiusura definitiva del caso con l’assoluzione. La seconda è che entrambi, d’intesa con i loro avvocati (Massimo Mussato per Cortopassi e Roberto Rossi per Zanotti), pur essendo il reato prescritto, hanno deciso di andare ugualmente sotto processo a Torino per uscire definitivamente dalla vicenda senza scorciatoie: ed è quello che i loro avvocati avevano chiesto in via preliminare davanti ai giudici della Corte d’Appello, lasciando la prescrizione solo in subordine. C’è poi da osservare un terzo, e non trascurabile, particolare: e cioè che tra la sentenza di primo grado (di assoluzione) del Tribunale di Vercelli e il pronunciamento della Corte d’Appello di Torino sono passati ben sette anni.

Tutto si era avviato nel 2009, dunque prima che scoppiasse il “caso” Masoero, con l’allora presidente della Provincia finito ai domiciliari con l’accusa di aver intascato una “mazzetta” da un imprenditore che gli sarebbe servita per finanziarsi la campagna elettorale per le Regionali del 2010. Masoero aveva sempre sostenuto di non aver proceduto a registrare in tempo quel finanziamento presso il suo mandatario elettorale, ma poi aveva scelto di patteggiare. L’indagine su Cortopassi e Zanotti, accusati di aver preso a loro volta soldi da imprenditori, oppure dispensato favori, sempre per finanziarsi le campagne elettorali, era  andata avanti e aveva portato a diversi rinvii a giudizio (coinvolti anche funzionari della Provincia, perché Zanotti era pure assessore provinciale), ma alla fine, il Tribunale di Vercelli aveva mandato assolti tutti, dando ragione ai due esponenti politici che avevano sostenuto che quei contributi elettorali fossero assolutamente regolari.

La procura aveva appellato solo per i due esponenti politici. Ora è arrivato il responso definitivo che soddisfa in pieno i due imputati ed i loro difensori. Resta il problema dei tempi davvero biclici della Giustizia. Così lunghi al punto che molti giornalist addirittura non ricordavano quella vicenda di cui avevano scritto, e non poco, all’epoca dei fatti.

Oggi Alberto Cortopassi continua a fare politica, ora nel partito di Giorgia Meloni (un ritorno alle origini, vista la sua antica militanza prima nel Msi, poi in An), mentre Zanotti, dopo l’ultima esperienza in Consiglio comunale nel quinquennio 2009-2014, si è ritirato  dalla politica attiva.

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1 commento

  1. Da un po’ di parla delle lungaggini della Giustizia. Sembra che tale argomentazione possa condurre facilmente a ridurre ancora unavolta le garanzie costituzionali.. già dimenticate, con “continuità”, in quasi ogni atto ufficiale del “nostro” Governo.

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