L’Accademia Italiana della Cucina di Vercelli riscopre “al disnè dal purchet”

Natalia Bobba

La Delegazione vercellese dell’Accademia italiana della Cucina, guidata da Paola Bernascone Cappi, non rinuncia all’antica tradizione del disnè dal purchet, ovvero il pranzo del maiale che evoca ricordi tramandati per generazioni e che oggi purtroppo si stanno lentamente perdendo.

Una scelta non casuale perché riguarda il tema scelto per il 2022 dal Centro Studi “Franco Marenghi” e approvato dal Consiglio di Presidenza che riguarda La tavola del contadino: il campo, il cortile, la stalla nella cucina della tradizione regionale.

«Solo pochi anni fa non vi era cascina senza almeno un maiale – racconta Natalia Bobba, accademica della Delegazione di Vercelli – L’uccisione del maiale era un vero rito. Ricordo benissimo quando mio nonno, comunicava la fatidica data dell’uccisione. Lo spettacolo era cruento e noi bimbi venivamo allontanati, ma subito dopo iniziava la parte coinvolgente e aggregante».

«Le donne – prosegue Natalia Bobba – lavavano accuratamente con aceto le budella che sarebbero servite per insaccare i salumi, oppure cucinavano il grasso scartato ottenendo i ciccioli. Verso sera i salami erano pronti. Legati in file più o meno lunghe, appesi al soffitto con appositi ganci, rimanevano lì per diversi giorni fino a quando non erano asciugati. In seguito venivano sistemati nella duja e ricoperti di grasso fuso, per conservarli meglio nei mesi a seguire e poterli gustare con parsimonia in compagnia e nei giorni di festa».

È risaputo che del maiale non si butta via niente: salam d’la duja, sanguinaccio e marzapane, sangue fritto e bas de soie o batsuà. Poi ciccioli o sunsin, fresse o frosi, brudera, costine e pancettone. Delizie in tavola, piatti che oggi non sono più di uso comune, ma che la tradizione contadina continua a mantenere attuali.

L’appuntamento è quindi per domenica 27 al ristorante Balin di Livorno Ferraris.

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