Mancava una storia completa del basket a Vercelli, dalle origini, negli Anno Venti, sino ai giorni nostri. In precedenza, Piero Mellone, figura tra le più dominanti di sempre della pallacanestro bicciolana, ne aveva scritta una che però si fermava agli Anni Sessanta, e cioè dagli esordi pionieristici fino ai successi del Gruppo Faini.
Come quasi sempre avviene, anche stavolta è toccato al giornalista Bruno Casalino colmare la lacuna. E l’ha fatto pubblicando “Il basket a Vercelli – dalle origini ai giorni nostri”, stampato dalla “Effedì”, e in libreria al prezzo di venti euro. L’opera è stata presentata mercoledì, a cura degli “Amici del Cecco”, nella sala congressi della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, alla presenza di un folto pubblico: introdotto dal presidente degli “Amici del Cecco” Tony Bisceglia, l’autore ha conversato con il collega Enrico De Maria.
Il libro, realizzato grazie ad una certosina opera di ricerca condotta sulle copie arretrate del giornale “La Sesia” (di cui Casalino è collaboratore), esplora i primi vagiti vercellesi di quella che allora di chiamava “palla al cesto” (maggio 1924) per arrivare alla realtà attuale che, nella nostra città, vede la presenza di quattro squadre: la Pallacanestro Femminile Vercelli (Pfv), il Basket Mooskins, il Basket Club Vercelli Rices, ed il Mini Basket Vercelli Bugs.
Nella sua documentatissima storia, Casalino tratta ovviamente il capito-Faini, ricordando le storiche stagioni tra la fine degli Anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, quando la squadra (che viene riprodotta in copertina, e che noi pubblichiamo qui sotto) disputò la massima serie mai raggiunta dalla pallacanestro maschile vercellese, e cioè la “B”, la terza a livello nazionale.
Molto rilievo viene dato al basket femminile, di cui si hanno a Vercelli, le prime tracce una quarantina di anni dopo quello maschile (gli Anni Quaranta contro i Venti) e in cui, al termine della seconda guerra mondiale, emerse una super atleta, Marta Schaier, che passata dalla Chatillon al Biella, per arrivare in serie A nella Sipra (poi Autonomi) di Torino, arrivò addirittura a sfiorare lo scudetto.
Altra giovanissima e in prospettiva fuoriclasse, scomparsa purtroppo prematuramente a sedici anni, fu Federica Zucca, artefice della prima promozione in B (la seconda serie femminile in Italia), dell’Argenteria sponsorizzata dal padre. Durante la presentazione del libro sono state ricordate altre figure di atleti di scomparsi prematuramente come Giulia Torazzo, sempre della Pfv, Ricky Goretti e Gian Luca Greppi.
Tra gli uomini, ricordate le importanti carriere di Angelo Albera e Angelo Busca,e di veri, straordinari talent scout come Giuseppe Celoria e Michele Grasso, quindi il ruolo svolto in campo femminile dall’allenatore (quasi per caso, ma poi rivelatosi determinante) Claudio Roselli. Ricchisima la documentazione fotografica raccolta dall’autore.
Tantissimi gli ex atleti in sala. Divertente il saluto del padrone di casa Aldo Casalini che, dai suoi due metri di altezza, ha ricordato di essere stato molto ambito dalle squadre vercellesi soprattutto appunto per la sua altezza inconsueta, ma, con molta onestà, di non essere mai stato un fuoriclasse in quell’Autosociale in cui militò.