E’ stata una serata indimenticabile, con un teatro Civico che si vede così affollato solo durante i Concerti di San Silvestro della Camerata Ducale. Ed il merito è tutto di un giornalista e storico della Pro Vercelli che si chiama Alex Tacchini e del Panathlon Club, presidente Agostino Gabotti in testa che hanno creduto in lui, ritenendo percorribile la strada di viaggiare a ritroso nel tempo, per qualcosa come più di 120 anni andando alla ricerca dei nomi da inserire in una Pro Vercelli Hall of Fame che partisse dal giorno in cui si disputò la prima partita di calcio a Vercelli (3 agosto 1903) per arrivare fino ai giorni nostri.
D’accordo. La nomina di una commissione, la ricerca, ma poi la grande domanda: quale sarebbe stata la risposta degli insigniti? La risposta è arrivata lunedì sera: per venire a ritirare il raffinato diploma di appartenenza alla “Hall of Fame” delle bianche casacche si sono mossi da tutt’Italia e tutti, ma proprio tutti, erano commossi e orgogliosi
: da Piero Ciocchetti a Mattia Mustacchio.
Inutile aggiungere parole alla grande serata presentata con i ritmi giusti dallo stesso Tacchini e da Ylenia Totino, con la partecipazione straordinaria dell’attore Federico Grassi; con l’annuncio da parte del sindaco Roberto Scheda che la città intitolerà una via (oltre al campo sportivo che già porta il suo nome) a Luigi Bozino; con la presenza eccezionale del direttore Affari esteri del Palmeiras Marcelo Solarino; con la voce di Guido Ara che canta l’inno della Pro, grazie al tifoso speciale di Roma Alberto Giacopello; con la consegna del riconoscimento “Leone d’argento” 2023/24 a Mattia Mustacchio; con filmati bellissimi; con il collegamento in video con campioni come Gilardino, Zerbin, Farris e tanti altri. Ed infine, non ultima, con la presenza dell’attuale presidente della Pro, Paolo Pinciroli.
Le parole non possono rendere l’emozione che non ha potuto assaporare chi non è riuscito ad esserci. Probabilmente una serata così potrà essere ripetuta diciamo tra cent’anni (facciamo nel 2123, a duecentovent’anni alla prima partita), ma solo da un clone di Alex Tacchini, che si assuma l’onere di farlo.
Ed ecco una efficace galleria fotografica di Renato Greppi





