“Mia madre, come diceva di lei nonna Pinuccia, era un vulcano. E questo già da giovane, in Vespa, sul campo di softball, sulle piste da sci…Quando rientrava in casa, non potevi non accorgertene, perché era rumorosa, sempre sorridente…Fare il bene fa bene, questo diceva, e niente le dava la carica come appunto farlo”.
Così, questa mattina, parlando anche a nome del fratello Federico, Mattia Sacco Botto ha ricordato, commosso, sua mamma, Ketty Politi. Il Duomo gremito di gente, con tutti i volontari della Croce rossa a formare una doppia fila lungo la navata centrale; davanti all’altare, la fila si è raccolta in un picchetto d’onore accanto al feretro di quella indimenticabile donna che la volontaria Alessandra Mantione ha definito “punto di riferimento” per tutta la Cri vercellese. Sulla sinistra, la famiglia aveva collocato un montaggio di fotografie a lei care, con Mattia e Federico, da bambini e da adulti, vicini alla loro mamma, sorridenti.

Oltre al figlio, prima della benedizione della salma, avevano preso la parola in tanti: Caterina Micolano, che ha sottolineato le tantissime iniziative promosse da Ketty Politi, all’interno e al di fuori del carcere dove entrambe erano volontarie; la presidente del Soroptimist Patrizia Longo, che ha messo in rilievo i tanti service promossi da Ketty Politi anche nel Club, sempre a favore dei più fragili; quindi l’architetto Donatella Meucci, he aveva promosso l’ingresso di Ketty nel Soroptimist.
Toccante il saluto dell’ex sindaco Andrea Corsaro, che, amico d’infanzia di Ketty Politi, l’ha poi valuta accanto a sé nelle sue tre esperienze amministrative alla guida della città, anche in un ruolo cruciale qual era quello di assessore alle Politiche sociali. Ha detto Corsaro: “Ti ho ammirata per l’impegno sempre propositivo, eri grintosa e sei sempre stata leale, in ogni occasione. Le tue espressioni, inequivocabili, non lasciavano mai dubbi riguardo a che cosa pensavi, ma la tua lealtà era al di sopra di ogni cosa. Non hai mai disertato una giunta, anche da ammalata”.
Gli interventi conclusivi sono stati quelli, appunto, di Alessandra Mantione, della Cri, e di Sandra Saviolo, del Masci, il Movimento adulti scout cattolici italiani: “La tua – ha detto – è stata una vita di tante vite. Non dimenticheremo la tua voce baritonile, sempre troppo acuta durante i cori, che ci faceva tanto sorridere. Ma adesso, come dice appunto uno dei nostri canti di scout, ‘vivi appieno la voglia di cieli blu’”.
Prima degli interventi conclusivi delle esequie aveva però parlato – all’inizio della messa e poi nell’omelia -anche monsignor Stefano Bedello, parroco del Duomo e vicario generale, che ha concelebrato con monsignor Gianfranco Brusa, don Luciano Condina don Bruno Capuano. Monsignor Bedello ha ricordato che due mesi fa era stato proprio lui a celebrare, in San Cristoforo, i funerali della sorella di Ketty, Niki, morta a 64 anni. Il parroco del Duomo si è soffermato sul servizio prestato da Ketty Politi nel delicato ruolo di assessore. Ha detto: “I servizi sociali non sono etichette, sono vite, sono storie. E lei ha servito la comunità operando in questo settore, probabilmente il più difficile, supportando e ridonando dignità a tante persone. È per questo motivo che oggi, qui, siete così tanti, di ogni ceto e colore”.
Tra la folla dei presenti in chiesa, oltre ai familiari, il vice sindaco Mimmo Sabatino con la fascia tricolore, il presidente del Consiglio comunale Romano Lavarino, l’assessore Massimo Simion, il consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti, l’ex sindaca Maura Forte, il vice presidente del Consiglio comunale Gianni Marino, il segretario provinciale di Forza Italia Antonio Prencipe, l’ex senatore Lorenzo Piccioni, dirigenti e funzionari del Comune, innumerevoli esponenti delle associazioni di volontariato, ragazze e ragazzi Special Olympics, gli assistiti dell’Anffas con i loro educatori.
Monsignor Bedello, ringraziando i concelebranti, ha ricordato che ieri al Rosario c’era l’arcivescovo Marco Arnolfo.
Da quest’oggi Ketty Politi riposa nel cimitero di Billiemme, assieme al padre Pino, alla madre Pinuccia e alla sua cara Niki.
Edm





