I suoi ragazzi a don Eusebio: “Sappiamo che sarai sempre in mezzo a noi”

Il feretro di monsignor Eusebio Viretto in Duomo (foto Greppi)

“Siamo in tempo di Sinodo, siamo chiamati a camminare insieme”. Sono le parole che don Eusebio Viretto avrebbe voluto rivolgere ai ragazzi del suo amatissimo oratorio “Sansa” domenica pomeriggio, ringraziandoli per la loro opera a favore della struttura di via Parini, tra le più attive e frequentate della città. Ma non ha potuto farlo perché, la notte tra sabato e domenica, si è sentito male: ha chiamato aiuto (tra i primissimi ad accorrere il dottor Alberto Premoli), ma purtroppo s’era chiuso dentro ed i soccorsi non sono riusciti ad arrivare in tempo. Ma se quella porta non si è aperta, per consentirgli di prendere parte alla festa che aveva preparato, come sempre, anche nei dettagli, “Dio gliene ha spalancata una su una festa ancora più grande, quella in Cielo dove lì Dio stesso ha preparato la festa per lui”, come ha detto questa mattina l’arcivescovo Arnolfo in Duomo, celebrando le esequie”.

Il saluto della catechista di San Salvatore Patrizia

La Cattedrale era affollata di gente e c’erano, con l’arcivescovo e il vicario generale (e parroco del Duomo) monsignor Stefano Bedello, tutti i sacerdoti dell’arcidiocesi. E naturalmente c’erano i suoi ragazzi del “Sansa”, con il coro diretto da Giuseppe Campione, che hanno cantato anche la sua amatissima “Su ali d’aquila”. All’ingresso, in processione, del feretro in Duomo, sono state spostate le rose bianche lo ricoprivano e al loro posto sono state collocate la sua mozzetta canonicale con la stola sacerdotale e una sua bella foto in cornice. Pochi istanti prima, due dei suoi ragazzi avevano sistemato, accanto ad un grande poster con immagini significative di bei momenti all’oratorio o a Mandriou, la sciarpa della sua squadra del cuore, la Juventus.

Tra i tantissimi presenti in chiesa, anche due ex sindaci: Gabriele Bagnasco e Maura Forte.

E quello di Silvia e Gabriele

Prima che incominciasse la celebrazione eucaristica, monsignor Giuseppe Cavallone ha riassunto in breve la biografia di questo sacerdote, straordinario nella sua umiltà e nella predisposizione all’ascolto e all’accoglienza, ricordando che era nato a Moncrivello (dove da oggi è sepolto) il 16 novembre di 79 anni fa, che era diventato diacono nel 1969 e che era stato ordinato sacerdote, a Moncrivello, il 20 maggio del 1971. I primi anni di missione sacerdotale si erano svolti proprio nella parrocchia di San Salvatore, vice parroco di don Rulla. Poi era stato mandato nella parrocchia di Casaleggio Novara e, il 24 ottobre del 1992, è definitivamente ritornato, come parroco, in San Salvatore. In questi trentadue anni, è stato anche economo diocesano, assistente spirituale dell’Associazione cattolica e poi dell’Ucid, l’Unione cristiana imprenditori e dirigenti e, dal 2021, nel cinquantenario dell’ordinazione sacerdotale, era entrato a fare parte, su decisione dell’arcivescovo Arnolfo, del Capitolo della Cattedrale.

Tanti i ricordi, tutti toccanti (e in gran parte letti con la voce rotta dalla commozione) sia durante la preghiera dei fedeli sia alla fine della messa: tra i tanti, anche quelli di Patrizia, una delle catechiste, molto vicina ai ragazzi, e poi, a nome di questi ultimi, due dei ragazzi stessi, Gabriele e Silvia, che hanno letto a due voci un saluto redatto da tutti. Hanno detto, tra l’altro: “Eri un vero uomo al servizio di Dio, sempre con messaggi di amore di di tenerezza…Lasci un vuoto enorme, ma sappiamo che sarai sempre i mezzo a noi”.

Edm

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