Il “Grazie” di Cham a Vercelli e a Olmo, e il suo pensiero verso i fratelli e le sorelle dell’Ucraina

Insieme alla dirigente delle Politiche sociali del Comune Alessandra Pitaro e al volontario Carmelino Gianella, che si occupa di mantenere belle e pulite le aree verde di Vercelli, anche lui, venerdì sera al Civico, ha ricevuto un diploma di benemerenza per quanto ha fatto negli ultimi tempi per la nostra città.

Si chiana Cham Modou, ha 22 anni, ed è arrivato dal Gambia nel nostro Paese, dopo essere passato dalle prigioni libiche, dove è stato anche torturato (e ne porta ancora i segni). Qui da noi ha fatto la sanatoria, preso la licenza media e la patente. Ora lavora con due contratti regolari per una società di Prarolo che si occupa anche di dare opportunità di lavoro ai profughi e, con i risparmi e qualche aiuto, è riuscito a costruire una casa nel suo Paese per la mamma e tre sorelle.

Quello che, per mesi, ha fatto per la nostra città è semplicemente straordinario. Mentre gran parte di chi avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa si girava dall’altra parte, lui, ogni mattina andava a portare la colazione ai profughi pakistani che si radunavano in piazza Mazzini e la sera andava in giro a cercarli, li caricava in auto e li portava a dormire sotto un tetto, per poi riaccompagnarli, la mattina successiva, in piazza Mazzini.

Per questa ragione ha ricevuto l’encomio durante la serata del “Cavallino d’oro”, e ha deciso di ringraziare con queste parole, rivolgendo anche un pensiero ai nuovi profughi di questo drammatico momento. Avrebbe voluto leggerle al Civico l’altra sera, ma obiettivamente non ce n’era stato il tempo. Le ha affidate a noi:

”Voglio ringraziare l’Italia, la città di Vercelli e il dott. Carlo Olmo. Il mio percorso non è stato semplice, ma la mia presenza qui, questa sera, dimostra che anche i migranti possono fare buone cose.

Ho sempre rispettato chi, come me, ha rischiato la vita per averne una migliore, così come ho rispetto tutti voi che sapete quanto dolore ci sia dietro al mio sorriso.

Rivolgo un pensiero ai nostri fratelli ai nostri fratelli e sorelle ucraini, che in questo momento stanno affrontando la sofferenza della guerra.

Quello che conta è trasformare la speranza in una vita vera, ed è stato possibile grazie a tutti voi che avete creduto in me”.

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