“Grave errore chiudere l’Isi per tre mesi e grave errore riaprirlo solo un giorno alla settimana”

Si chiama Isi ed è l’acronimo di Informazione Salute e Immigrati. E’ un servizio sanitario indispensabile per tutelare la salute degli stranieri che, trovandosi solo temporaneamente sul territorio del nostro Paese, non possono iscriversi al Servizio sanitario nazionale e quindi, ad esempio, avere un medico di famiglia. A Vercelli, il Servizio Isi ha chiuso il 6 marzo e riaperto, dopo le lettere di protesta e di sollecito di numerose associazioni e comitati, il 9 giugno. Tra coloro che hanno firmato la richiesta all’Asl, anche la Caritas, il Comitato Antifascista e Antirazzista di Vercelli, il Meic, l’Associazione Noi con Voi, etc. Insomma, un fronte tanto eterogeneo quando determinato.

NESSUN CONTROLLO SUI PROBABILI CONTAGI COVID

La chiusura di tre mesi dell’unica struttura in grado di assistere questi stranieri in caso di malattia – l’alternativa è stata ricorrere al Pronto soccorso: non il massimo in piena pandemia – ha causato problemi agli stranieri privi del medico di famiglia che si sono ammalati, ma anche ai cittadini italiani perché c’è da domandarsi chi abbia potuto vigilare in questi tre mesi se alcune di queste persone non fossero ammalate di Covid.
Adesso il Sevizio è stato riattivato, tuttavia non mancano le polemiche. Innanzitutto perché, a fronte delle richieste delle associazioni cui facevamo cenno, l’Asl ha risposto solo annunciando la riapertura, senza spiegare il perché della lunga interruzione del servizio; in secondo luogo perché il servizio è stato riattivato solo il martedì mattina, ma soltanto per dieci persone. L’ha sperimentato di persona l’ex assessore comunale Claudio Fecchio – il quale fa parte del pool di associazioni che hanno richiesto chiarimenti all’Asl – che martedì scorso è andato a verificare alla Piastra dell’Asl: “Dopo dieci numeri – afferma – i ticket sono stati sospesi. Ciò significa che se a qualcuno degli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale viene un forte mal di pancia o se lo tiene per una settimana, oppure va ad intasare il Pronto soccorso”.
Fa eco alle parole di Fecchio una nota ufficiale diffusa dai comitati e dalle associazioni che avevano sollecitato la riapertura dell’Isi: “Sebbene non possa che essere accolta positivamente tale notizia, non si può in alcun modo ritenersi soddisfatti della motivazione addotta dall’Autorità Sanitaria responsabile che richiamando le disposizioni della Regione Piemonte ed il D.P.C.M. 1 marzo 2020 giustifica la propria determinazione qualificando il Servizio Isi come ‘prestazione ambulatoriale non urgente’. Appare doveroso evidenziare e ricordare che il Servizio Isi rappresenta l’unico servizio sanitario accessibile alle persone che non possono beneficiare delle prestazioni sanitarie del S.S.N. Tale servizio, diversamente da qualunque altra prestazione ambulatoriale non urgente, tutela e garantisce il Diritto alla Salute così come sancito ed espresso dall’Art. 32 della Costituzione Italiana”.

LE ALTRE ASL NON HANNO SOSPESO IL SERVIZIO PER 3 MESI

Continuano gli enti e le associazioni che hanno sollevato il problema nella provincia di Vercelli: “la scelta, dunque, di interrompere un tale servizio che, oltretutto, già in passato ha subito interruzioni, rappresenta una condotta irresponsabile perché, soprattutto in un periodo di crisi sanitaria come quello tuttora vigente, non solo viola un diritto fondamentale della persona ma pone altresì un pericolo per la salute pubblica non permettendo alcun controllo nei confronti di quei soggetti esclusi dal servizio pubblico sanitario”.
E poi l’affondo contro l’Asl vercellese: “Peraltro, appare singolare che l’interruzione del Servizio sia stato disposto soltanto nella Provincia di Vercelli ed a fronte delle medesime disposizioni regionali e nazionali non vi sia stata analoga situazione in tutte le altre Province piemontesi; ancor più singolare se si considera che la Regione Piemonte – Direzione Sanità e Welfare – Settore Regole del S.S.R. con missiva del 22/05/2020 ha esplicitamente richiesto alla Direzione Generale A.S.L. di Vercelli una dettagliata relazione in merito alla decisione assunta nonché notizie circa le future determinazioni in merito alla riattivazione del servizio”.

LA TUTELA DELLA SALUTE E’ SANCITA DALLA COSTITUZIONE

“Sebbene ci si renda conto delle gravi difficoltà che le strutture sanitarie hanno dovuto affrontare per far fronte all’emergenza COVID-19 negli ultimi mesi e sinceramente grati per gli sforzi umani e professionali profusi da tutti i medici e dal personale sanitario italiano – continuano gli enti e i comitati pro apertura seria dell’Isi – si spera vivamente che in futuro l’Autorità preposta alla tutela della salute pubblica tenga in maggiore considerazione le condizioni delle persone più umili ed emarginate della società tutelando allo stesso tempo la salute di tutti. In conclusione, si ricorda che i Diritti Costituzionali sono riconosciuti e non concessi da alcuno valendo nei confronti della generalità dei consociati senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, condizioni personali e sociali e pertanto si richiede l’immediata riattivazione del servizio pubblico indicato e la comunicazione precisa e puntuale, mediante pubblicazione a mezzo stampa e/o mediante siti istituzionali, dell’ubicazione dell’ambulatorio, del responsabile sanitario e degli orari di accesso al pubblico nonché ogni ulteriore informazione utile alla fruizione da parte della collettività”.

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