La primavera del Rinascimento vercellese inizia al Museo Borgogna con le due grandi mostre dedicate a Gerolamo Giovenone. La prima, “Un capolavoro ritrovato”, riguarda la grande pala d’altare raffigurante “L’Adorazione del Bambino con i santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova”, acquistata da Banca Patrimoni Sella e data in deposito al Museo dopo un accurato restauro condotto dal laboratorio torinese di Thierry Radelet; la seconda, “Il Rinascimento vercellese attraverso l’obiettivo fotografico di Boeri, Masoero e Giachetti”, approfondisce la precedente appoggiandosi alle immagini dei tre fotografi che in passato hanno documentato i fatti artistici di quel periodo.
Il vernissage delle due mostre si è svolto ieri, venerdì, alla presenza delle autorità e di tutti coloro che hanno lavorato per portare il capolavoro di Giovenone nelle collezioni del Borgogna. L’apertura al pubblico invece è fissata per oggi, sabato, nei consueti orari di apertura. Si potranno visitare fino al 1 luglio. Si tratta di un’occasione unica nel suo genere, visto e considerato che a breve inaugurerà anche l’altra grande mostra, quella dedicata a Gaudenzio Ferrari che sarà spalmata nelle tre sedi di Vercelli, Varallo e Novara.
Inoltre, i curatori della mostra hanno pensato a un percorso tematico “extra-museo” che andrà a toccare gli altri luoghi in cui sono custodite le opere di Gerolamo Giovenone, come ad esempio la vicina chiesa di Sant’Agnese (già San Francesco), la Pinacoteca Arcivescovile, la chiesa di San Cristoforo e il Museo Leone.
Prima di arrivare al Borgogna “L’Adorazione del Bambino con i santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova” è stata la protagonista di un’altra mostra alla Pinacoteca Albertina di Torino. Lì era stata messa a confronto con i dipinti e i disegni di Giovanni Martino Spanzotti, Defendente Ferrari, Gaudenzio Ferrari, Bernardino Lanino e delle loro rispettive botteghe. Adesso invece avrà modo di dialogare con le opere degli stessi artisti presenti nelle sale museali vercellesi.
Stilisticamente “L’Adorazione del Bambino con i santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova” è prova evidente della collaborazione di Giovenone con Bernardino Lanino il quale a sua volta aveva attinto spunti interessanti osservando di Gerolamo la pala dei Confratelli di Sant’Ambrogio, ma è anche una testimonianza della penetrazione del linguaggio lombardo in area piemontese, come si può notare dal disegno e dal colorito dei personaggi che affollano la scena e dalla composizione della scena stessa, una mediazione manieristica dei paesaggi leonardeschi.
Gli spunti di interesse non finiscono certo qui. Ora toccherà agli storici dell’arte offrire delle risposte soddisfacenti ai numerosi interrogativi che la tavola proporrà loro di volta in volta. Come è stato giustamente osservato da Cinzia Lacchia si tratta davvero di un’opera cruciale per il Rinascimento vercellese da tutti i punti di vista: iconografici, stilistici, linguistici e attributivi.
Contestualmente, all’altra mostra il compito di fare ulteriore luce. Un video ad alta definizione analizza infatti l’opera da vicino, specie per ciò che concerne il confronto con i cartoni preparatori dell’Albertina e la campagna di restauro che ha riportato la pala d’altare all’antico splendore. I visitatori resteranno affascinati dagli ingrandimenti che portano in luce il trattamento dei pigmenti o la differenza cromatica dell’opera prima e dopo essere stata ripulita.
Nella stessa sala dove da poco si è conclusa la fortunata mostra dedicata agli scatti vercellesi tra Ottocento e Novecento di Andrea Tarchetti, trovano spazio la visione ravvicinata di Pietro Boeri della decorazione ad affresco del ciclo di Gaudenzio Ferrari in San Cristoforo e le prime autocromie inventate dai fratelli Lumière sperimentate da Pietro Masoero che si è concentrato per riprodurre a colori le opere del Rinascimento vercellese, quasi in scala uno a uno. Il percorso terminerà nella sala con il reportage di Luciano “Baita” Giachetti durante la storica mostra di Gaudenzio Ferrari del 1956 al Museo Borgogna, visitata da personaggi illustri come ad esempio l’ex presidente della Repubblica Einaudi.
Infine, durante la presentazione delle due mostre alla stampa, è stato anticipato che a partire dal 13 aprile il Museo Borgogna farà parte del progetto “Vita in risaia”, incentrato sul caposcuola del Divisionismo Angelo Morbelli del quale il Borgogna stesso possiede la grande tela “Per ottanta centesimi!” (1895). La rassegna si dividerà in due parti: la prima dal 13 al 25 aprile alla Galleria d’Arte Moderna “Paolo e Adele Giannoni” di Novara, la seconda dal 29 aprile al 1° luglio proprio al Borgogna.
Per avere tutte le informazioni sulle mostre dedicate a Gerolamo Giovenone consultare il sito ufficiale del Museo: http://www.museoborgogna.it
Massimiliano Muraro