Il docufilm di Davide Celoria sul Museo delle Arti Migratorie all’Australian Film Festival

Qualche anno fa Davide Celoria mi raccontò che per i suoi dieci anni invece di chiedere come regalo una bicicletta, un pallone o un videogame, espresse il desiderio di possedere una cinepresa. Una scelta azzeccata la sua, frutto una passione che già covava dentro e non di un capriccio passeggero.

Da allora Celoria ne ha fatta di strada. Dopo aver frequentato la Civica Scuola di Cinema di Milano, dove si è specializzato nel corso di operatori e direttori della fotografia, ha intrapreso un percorso che lo ha portato a realizzare lungometraggi e a diventare uno dei cameraman di punta della Rai.

In questi giorni infatti è appena rientrato dal Giro d’Italia, ma non ha avuto tempo di riposare troppo dato che da domani il suo docufilm sulla nascita del Museo delle Arti Migratorie, che vedrà presto la luce a Conzano in Monferrato, sarà proiettato all’Australian Film Festival in programma a Ingham fino al 6 giugno.

È stato l’australiano di origine libanese Stephen Copland, docente universitario ed esperto di migrazioni, a coinvolgerlo. Copland si è innamorato dell’Italia e in particolare di questo piccolo paese monferrino dove ha acquistato uno stabile adatto a ospitare il suo Museo.

L’opera di Celoria, oltre a raccontare la genesi del Museo, celebra le origini di molte famiglie australiane emigrate dall’Italia (in larga parte dal Piemonte) a fine Ottocento per trovare lavoro. A tal proposito il regista ci ha reso partecipi di un curioso aneddoto: «La pandemia ci ha fatto rendere conto ancora di più di quanto la tecnologia abbia azzerato le distanze. Ho intervistato Stephen mentre facevo colazione e lui mi rispondeva durante un aperitivo serale e grazie a tutto ciò, ora degli Australiani stanno vedendo i luoghi di nascita dei loro nonni».

Dopo l’anteprima al festival in Australia, il docufilm di Celoria rientrerà in Europa e verrà proiettato a Roma e a Londra in eventi internazionali legati alle migrazioni e in Lussemburgo come evento speciale all’interno della conferenza annuale di Imiscoe, la più grande rete europea di studiosi nell’area della migrazione e dell’integrazione.

m.m.

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