Dal primo gennaio bloccato il conio delle monete da 1 e 2 centesimi

Forse non tutti lo ricordano ma dal primo gennaio in Italia non vengono più coniate (emesse) le monete da 1 e 2 centesimi. Ciò vuole dire che tali monete andranno piano piano a scomparire, pur se il loro valore continua a essere legale e quindi sono utilizzabili, e anche i prezzi degli acquisti, se pagati in contanti, per favorire la diminuzione di circolazione di tali monete, andranno arrotondato ai 5 centesimi superiori o inferiori a seconda di quello più vicino.

È la Confesercenti Nord Orientale che in un comunicato ricorda la nuova normativa in tema di monete da 1 e 2 centesimi.

Ecco la comunicazione di Confesercenti Vercelli:

A decorrere dal 1° gennaio 2018, è sospeso il conio da parte del nostro Paese di monete metalliche di valore unitario pari a un centesimo e a due centesimi di euro, anche se le monete in circolazione aventi tale valore rimangono in corso legale.

Durante il periodo di sospensione del conio, quando un importo in euro costituisce un autonomo importo monetario complessivo da pagare e il pagamento è effettuato integralmente in contanti, tale importo è arrotondato, a tutti gli effetti, per eccesso o per difetto, al multiplo di cinque centesimi più vicino.

Ciò vuol dire che, al momento del pagamento finale da parte di un cliente che abbia acquistato uno o più prodotti o beneficiato di servizi o prestazioni, se detto pagamento è effettuato in contanti (ovviamente non si procede ad arrotondamenti in caso di pagamento con moneta elettronica o comunque utilizzando una modalità di pagamento diversa dal contante), l’importo andrà arrotondato, per eccesso o difetto, al multiplo di cinque centesimi più vicino, ovverosia:
– 1 e 2 centesimi: a zero centesimi;
– 3 e 4 centesimi: a cinque centesimi;
– 6 e 7 centesimi: a cinque centesimi;
– 8 e 9 centesimi: a dieci centesimi.

Dunque, ad esempio, se l’importo complessivo da pagare fosse pari ad euro 5,52, lo stesso sarà arrotondato ad euro 5,50; se fosse pari a 5,54 andrà arrotondato a 5,55.

Ovviamente non si tratta di procedere all’arrotondamento del prezzo dei singoli prodotti o servizi compresi nell’importo complessivo da pagare.
Anche a seguito degli arrotondamenti, si potranno comunque continuare ad utilizzare le monete da 1 e 2 centesimi, per raggiungere l’importo di 5 centesimi.

Anzi, la Banca d’Italia, con nota del 12 febbraio scorso, considerata la presumibile scarsità delle giacenze disponibili di monete da 1 e 2 centesimi, che dai mesi di aprile-maggio potrebbe creare delle difficoltà alle Filiali dell’Istituto nel soddisfare le richieste di tali tagli di monete da parte delle banche, delle Poste e di altri operatori, ci ha invitati a comunicare agli Associati tale situazione “affinché pongano in essere ogni possibile iniziativa utile a mitigare le difficoltà che potranno derivare dalla prevedibile crescente scarsità delle monete da 1 e 2 centesimi, ad esempio favorendo il ricircolo di tali tagli”.
Da un punto di vista contabile, dal momento che il documento emesso dal venditore/prestatore (scontrino fiscale/ricevuta/fattura) riporterà normalmente l’importo reale, “non arrotondato”, in sede di rilevazione contabile dell’incasso l’arrotondamento operato deve transitare a Conto economico, alla voce:
“Altri ricavi e proventi”, qualora trattasi di arrotondamento attivo;
“Oneri diversi di gestione”, qualora trattasi di arrotondamento passivo.

Naturalmente, al momento dell’emissione del documento, se il venditore/prestatore è a conoscenza della modalità di pagamento utilizzata dal cliente (a seguito di specifica domanda allo stesso rivolta), l’arrotondamento potrà essere evidenziato già nel documento stesso.

Il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha il compito di svolgere un’apposita verifica sull’impatto delle disposizioni predette sulle dinamiche concernenti le variazioni dei prezzi di beni e di servizi praticati ai consumatori finali e riferire su base semestrale le dinamiche e le eventuali anomalie dei prezzi dallo stesso rilevate nell’esercizio delle proprie attività e funzioni al Ministro dello sviluppo economico che provvederà, ove necessario, alla formulazione di segnalazioni all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e di proposte normative.

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