Cota rilancia sul federalismo: il futuro è MiTo la grande metropoli del nord

Da sinistra Gianni Fava, Luca Avenati e Roberto Cota

In un periodo in cui l’immobilismo, e anche un po’ la paura di compiere scelte che non siano sull’onda di uno stimolo mediatico, sta paralizzando il Piemonte e Torino, una strada per cambiare le cose potrebbe essere quella di stringere un’alleanza sinergica sull’asse Mi – TO, che valorizzi una grande area metropolitana la quale possa “diventare dal punto di vista produttivo ed economico una delle più importanti del Pianeta”.

Né è convinto l’ex Governatore del Piemonte Roberto Cota che, ieri, al Circolo della Stampa di Torino, è tornato a parlare in pubblico di politica, progetti e federalismo. Con lui, nell’incontro dal titolo MiTo “La metropoli del nord”, era presente l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava. A moderare la discussione il Direttore di TgVercelli.it Luca Avenati.

L’argomento in discussione era appunto la creazione di una grande realtà metropolitana che metta in connessione le peculiarità di Torino e di Milano in una visione sinergica “Che potrebbe cerare un virtuoso percorso di rilancio per il territori e per l’area del Nord, già oggi per molte specificità unito e compatibile. Si tratta di una delle più importanti aree metropolitane sia a livello europeo che mondiale”. Anche perché, dice Cota: “Torino è in declino, si sta isolando. Questo è sotto gli occhi di tutti. Con le Olimpiadi invernali da città grigia e industriale era diventata una città da inserire negli itinerari turistici. C’erano turisti e famiglie che programmavano il weekend a Torino, l’immagine della città era profondamente cambiata in Italia e all’estero. Poi dopo le Olimpiadi tutto si è affievolito e Torino è tornata nel dimenticatoio È mancato un progetto strategico, così come non è stata colta l’occasione di Expo. Io ho vissuto quella fase da presidente della Regione, avevamo incominciato a mettere in campo una serie di iniziative, poi quando sono andato via si è fermato tutto. È stato un gravissimo errore”.

Per Cota, presidente del Piemonte dal 2010 al 2014 ed ex deputato, l’idea di un rapporto stretto tra Torino e Milano potrebbe rappresentare il futuro per un territorio tra Piemonte e Lombardia che valorizzerebbe anche le realtà intermedie come Vercelli e Novara.
“Il primo passo è quello delle infrastrutture, e queste ci sono già. Pensiamo al collegamento ferroviario – ha detto Cota – che di fatto crea già con l’alta velocità una sorta di metropolitana che collega il centro di Torino e quello di Milano in poco più di 40 minuti. Vogliamo dire che tra Vercelli e Torino così come tra Vercelli e Milano ci sono 50 minuti, il tempo di un percorso nell’ambito di una grande città. Ci sono metropoli a livello mondiale nelle quali, per spostarsi da un luogo all’altro, in metropolitana, ci si mette molto più tempo. Per cui dal punto di vista strutturale il guardare all’area tra Torino e Milano come a un’unica grande metropoli non è del tutto sbagliato, anzi”

Idea condivisa anche dall’assessore Fava che rilancia “Si tratta di un’intuizione corretta, un discorso che deve porre il germoglio per una più ampia visione del futuro del territorio”. Nel convegno poi, grazie alla presenza di Fava, sono stati dati importanti aggiornamenti sul processo di autonomia in atto nella Lombardia. “Siamo a buon punto: credo che entro gennaio si possa arrivare all’accordo con il governo – ha detto -. Poi tale accordo dovrà essere ratificato dal Parlamento. Parlamento che sarà, ovviamente, quello che verrà dopo le elezioni politiche. Si tratat di un fatto epocale che vede in gioco 23 competenze importantissime come l’istruzione, il commercio estero e i beni culturali”.

In molti hanno interpretato l’incontro di ieri come una sorta di ritorno di Cota sulla scienza politica, per di più con al suo fianco un personaggio, come Gianni Fava, tra i più fidati collaboratori di Roberto Maroni ed ex candidato alternativo a Salvini per la segreteria. Fava che, sue parole, ha detto di Cota “si tratta di una persona che ha saputo ripulire la sua immagine infangata ingiustamente e ora tornata fortunatamente linda. Un politico che sta lanciando un’idea interessante che non può non essere discussa, valutata e pesata a prescindere dal colore politico di appartenenza. Un’idea che può e deve germogliare”.

E a chi ha assistito al dibattito il fervore con cui Cota ha difeso l’idea della grande metropoli del Nord ha dato la sensazione che in lui la fiamma della politica non si sia affatto sopita. Con alle spalle una lunga carriera nel Carroccio – è stato sottosegretario, parlamentare, capogruppo alla Camera – archiviata la travagliata IX legislatura regionale (2010-2014) e messo ai margini dal nuovo corso salviniano, Cota ha scelto di buttarsi nella sua professione, ma alla politica non pare intenzionato a rinunciare. Ieri l’ex Governatore non ha lesinato gli attacchi all’attuale giunta che guida la regione “presieduta da un uomo che è una sorta di Imperatore della Giappone, imperturbabile e arroccato sul suo scranno, estraneo a qualsiasi cosa”, aggiungendo che ciò che è stato fatto a lui non può essere dimenticato.
Alle voci, riportate anche da alcuni organi di informazione online, che questa di Cota sia una prima uscita in vista di possibili sviluppi futuri, anche nel caso in cui la Giunta Maroni venisse confermata nell’imminente tronata regionale lombarda della prossima primavera, l’ex Governatore ha però risposto con un sorriso. “Io oggi faccio l’avvocato, certo che la politica che rimane una parte importante della mia vita, non è sopita in me. Ma io sono solo un militante della Lega e ho un mio lavoro. Nulla di più”.

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