Il Consorzio Baraggia: “Contro la siccità non esiste alternativa alle dighe”

Leonardo Gili e Alessandro Iacopino

Il Consorzio di Bonifica della Baraggia insiste: “Per evitare una catastrofe, una tempesta perfetta, che metterebbe in ginocchio non solo la risicoltura, ma anche l’intera popolazione del territorio, qualora nei prossimi anni dovesse ripetersi la drammatica siccità di questa estate, occorre assolutamente realizzare l’invaso sul Sessera che il nostro Consorzio ha progettato fin dal 2006 e che avrebbe una capacità di accumulo di 12 milioni e 360 mila metri cubi d’acqua, in grado di erogare 25 milioni e 500 mila metri cubi all’anno, per usi potabili e irrigui. E, in attesa che i lavori della diga, opportunamente finanziati, giungano a conclusione – prevediamo, qualora tutto dovesse partire adesso, all’inizio del prossimo decennio – occorre realizzare opere infrastrutturali, a step, per potenziare gli invasi sull’Ingagna, sull’Ostola e sulla Ravasanella, che poi vadano ad integrarsi con il nuovo invaso. Opere indispensabili, a loro volta, anche per fronteggiare le possibili nuove emergenze”.

Lo hanno detto, ieri, incontrando i giornalisti vercellesi e biellesi (questi ultimi collegati in remoto) nella loro sede di via Fratelli Bandiera, il presidente e il direttore del Consorzio di Bonifica della Baraggia, Leonardo Gili e Alessando Iacopino. Entrambi avevano già convocato i giornalisti alla fine di giugno, in piena emergenza idrica , quando avevano detto, in aperta polemica contro chi da sempre avversa la realizzazione delle dighe: “Senza i nostri invasi oggi non ci sarebbe più l’agricoltura”.

La conferenza stampa di ieri ha chiuso il cerchio sul recente passato, sottolineando come la stagione risicola nel vastissimo territorio consortile, che va da Vercelli a Valenza, che si estende per 50 mila ettari e che comprende 450 mila abitanti di trentasei Comuni, sia stata garantita dai consorziati e dalle strutture del Baraggia, che hanno raccolto “anche le minime gocce d’acqua possibili” distribuendole al territorio. “Dopo aver salvato le coltivazioni – ha detto Gili – il 1° agosto noi abbiamo sospeso l’irrigazione dall’Ingagna per preservare l’acqua indispensabile all’idropotabile. Ma non sempre in futuro potremo fare così. Se non ci sarà più acqua per le coltivazione, non si potrà più sommergere, e non sommergere significa non caricare più la falda, e a quel punto avremo i pozzi asciutti, con problemi enormi, non solo per il mondo risicolo”.

Ha aggiunto Iacopino: “Negli ultimi 3-400 anni, ben prima che i problemi ambientali fossero acuiti dall’uomo, il clima è radicalmente cambiato per ben tre volte. C’è stato un periodo molto caldo, ben più caldo rispetto all’attuale, poi seguito da una glaciazione culminata nell’800, con i ghiacciaia che arrivavano fino a valle. Adesso ci apprestiamo a rivivere una fase torrida. Il nostro Consorzio ha studiato a fondo il problema analizzando con dati scientifici quello che avrebbe potuto riservarci il futuro e suggerendo le soluzioni per far fronte a possibili emergenze idriche. Prima fra tutte la costruzione degli invasi. Poi dai calcoli teorici siamo di colpo piombati in piena emergenza, ma il nostro progetto, lanciato sedici anni fa è ancora sulla carta: ora è alla Valutazione d’impatto ambientale, ma non è stato finanziato.  Noi però non l’abbiamo abbandonato, tuttavia è stato rimodulato per far sì che, in attesa  attesa della diga sul Sessera, gli altri bacini siamo in grado di reintegrare le scorte”.

Per far questo il Consorzio della Baraggia propone una gronda idraulica dall’Elvo per prelevare acqua da destinare all’accumulo della diga sull’Ingagna (costo stimato 28,5 milioni di euro); una traversa di derivazione sul fiume Sesia all’altezza di Gattinara per integrare le scorte irrigue di tutto il Centro Sesia, e  il rialzo delle dighe esistenti sull’Ostola e la Ravasanella per raccogliere più acqua (attualmente ai minimi storici) nei momenti abbondanza. Questo progetto decennale è stato proposto nei giorni scorsi a tutti i candidati vercellesi e biellesi alle prossime elezioni: un candidato è già andato a prenderlo per esaminarlo, altri hanno garantito che lo faranno a breve.

Il pensiero finale di Gili e di Iacopino è stato per gli avversari delle dighe che propongono, in alternativa alla realizzazione dell’invaso sul Sessera, interventi sull’attuale rete distributiva per arginare le rilevanti dispersioni d’acqua. Ha detto Gili: “Anche se, con un lavoro abnorme e investimenti rilevanti, riuscissimo ad abbassare la dispersione, che oggi è del 37 per cento, portandola alla quota minima, fisiologica, del 20 pr cento, noi saremmo in grado, così facendo, di recuperare tra gli 8 e i 9 milioni di metri cubi di acqua, un’inezia se si pensa che, nel territorio dell’Ato 2, tra Baraggia e Ovest Sesia, il fabbisogno annuo è di circa 2 miliardi di metri cubi: una parte fornita dal canale Cavour, con l’Ovest Sesia, e un’altra considerevole parte dalle nostre dighe. Il nostro progetto è chiaro e all’attenzione di tutti. Chi ritiene di aver risposte alternative, si faccia avanti, lo ascolteremo con attenzione”.

 

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1 commento

  1. Quel che tranquillizza ogni cittadino è la presenza di esperti e scienziati che sapevano, sanno e “l’avevano detto”! Così è stato per la Pandemia, per la Guerra in Ucraina .. anche per la siccità la vittoria è assicurata. Il Piemonte come tutta l’Italia dispone della squadra vincente, dei fuoriclasse, e della guida (il Mister). Ognuno ha una propria “Juventus”
    ..
    vagando e divagando per il web ..
    ..
    Allegri sfiduciato dai suoi stessi calciatori: il labiale di Di Maria a Milik è una sentenza
    https://www.youtube.com/watch?v=LwFhv0Ii0fA

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