Completata l’umanizzazione della Chirurgia: oggi c’è stata l’inaugurazione di altre 14 camere

 

Prosegue il progetto di umanizzazione” dell’ospedale Sant’Andrea, avviato    appena dopo la fine del primo, lungo lockdown, la scorsa primavera e portato a termine, per quanto riguarda la prima parte, il 5 agosto dello scorso anno quando furono inaugurate le prime camere rimodernate della Chiururgia. Durante quella inaugurazione l’allora direttore generale Chiara Serpieri, il sindaco Andrea Corsaro e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Aldo Casalini annunciarono che si sarebbe subito partiti con i lavori per rimodernare totalmente anche la seconda area della Chirurgia, speculare a quella appena risistemata.

E così è avvenuto. Frutto di quell’impegno, con la nuova inauguraziomne avvenuta oggi si sono aggiunte altre quattordici stanze dotate di tutte le tecnologie ed i comfort possibili. In total sono così 50 i posti letto nuovi di un reparto dove ancora poco più di vent’anni fa, i degenti dovevano andare in un bagno comune a chiudersi dietro ad un paravento.

L’inaugurazione della seconda tranche dei lavori per la Nuova Chirurgia si è svolta alla presenza del direttore generale Angelo Penna, del sindaco Corsaro, del prefetto Francesco Garsia, del consigliere regionale Alessandro Stecco, del presidente della Provincia Eraldo Botta e del direttore sanitario dell’Asl Gualtiero Canova. Ciascuna nuova camera, da uno-due-tre letti è dotata di bagno (prima appunto c’era quello comune in corridoio) di impianto di aerazione modulabile – con la possibilità di inserire pressione negativa nel caso che dovesse accogliere un degente infetto – di televisore, etc. Un investimento economico pari a 424.500 euro (350mila euro più iva per i lavori e 74.500 per gli arredi) di cui l’Asl si è fatta interamente carico e realizzato, nonostante la pandemia, in soli sei mesi.

  “L’obiettivo della progettazione della ristrutturazione di questa area – ha spiegato il Direttore Generale Angelo Penna – non è stato solo quello di rendere un reparto più vicino alle attuali esigenze dei pazienti, assicurando un comfort e una privacy più adeguati, ma anche garantire una struttura in grado di esprimere una flessibilità logistico-organizzativa capace di rispondere al meglio alle esigenze di assistenza e di cura che man mano si dovessero manifestare”.

La pandemia – ha aggiunto Penna – ci ha mostrato la necessità di essere flessibili non solo nelle modalità operative ed organizzative ma anche strutturali, prevedendo spazi in qualche modo circoscrivibili e dedicabili.”

 

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