Chiuso lo scavo di piazza Solferino: ma Asm e Soprintendenza avevano avvisato il sindaco?

Sta suscitando domande e non poche polemiche l’improvvisa chiusura – con il ripristino della normale circolazione viaria – dello scavo in piazza Solferino dove alla fine di marzo erano stati ritrovati importanti reperti archeologici: secondo un annuncio comparso, appunto a fine marzio, sul sito stesso del Comune, si sarebbe addirittura trattato dei resti della “porta urbica meridionale della città”.

Ecco che cosa venne appunto riportato testualmente nel sito del Comune il 29 marzo scorso: “Si tratterebbe del primo rinvenimento certo di una delle porte della città romana di Vercellae che, sulla scorta delle indagini effettuate sin ora effettuate, parrebbe avere dimensioni monumentali. La porta costituiva il punto di accesso alla città a chi proveniva da sud e permetteva il collegamento diretto fra l’area urbana e l’anfiteatro, collocato a breve distanza fra corso De Rege e viale della Rimembranza, e il porto canale della città (al di sotto dell’attuale via Pastrengo)”.

Ebbene, nonostante il sindaco Corsaro, alla notizia del ritrovamento, si fosse precipitato per esaminare lo scavo e avesse poi espresso – da studioso di storia della sua città qual è – la sua gioia per la notizia, pare che né l‘Asm (la committente dei lavori: si stava intervenendo sulla rete del gas) né la Soprintendenza si siano degnate di comunicargli la fine dei rilievi e la chiusura dello scavo. Se così fosse, la città attende risposte da parte sia di Asm sia soprattutto della Soprintendenza: quei reperti, giudicati di  estremo  interesse anche da parte del Centro Studi Vercellae (sempre in prima linea nell’esame di quanto il sottosuolo vercellese riserva in tema di scavi e di ritrovamenti), sono stati fotografati, catalogati, prelevati, sistemati altrove? Oppure ritenuti di poco valore storico? Domande che interessano tutti i cittadini vercellesi, e le cui risposte non sono procrastinabili.

Edm