Chiamparino l’autonomista non piace al Consiglio regionale

Torino – L’improvvisa svolta autonomista per il Piemonte impressa dal Presidente Sergio Chiamparino, è andata davvero di traverso al Consiglio regionale dove oggi tutti, o quasi, hanno respinto al mittente la proposta dello stesso Chiamparino di rendere conto dell’iter avviato, in fretta e furia con una delibera di Giunta (per molti anche del PD affatto condivisa anche per un continuo sentirsi scavalcare su certe questioni) per ampliare il novero delle competenze su cui il Piemonte possa esercitare scelte e gestioni in autonomia. Insomma meglio parlare del problema delle maestre diplomate che si vogliono escludere dalle graduatorie, hanno suggerito Francesca Frediani (M5s) e Daniela Ruffino (Fi); dell’emergenza influenza (Bono, M5s); del caso Embraco e dei 500 licenziati (Grimaldi, LeU). E così mentre la leghista Gianna Gancia, bollando la mossa della giunta di Chiamparino «propaganda elettorale» e dicendosi offesa che la cosa sia nata senza «consultare il Consiglio», ha provato a far aprire il dibattito con l’evidente intento di far “impallinare” il Presidente, il conduttore dell’aula, il presidente del Consiglio Mauro Laus, ha stabilito che delle comunicazioni sull’autonomia il Piemonte si poteva anche farne a meno passando oltre. Così l’argomento è stato rimandato a nuova data, con il consiglio che ha cercato di far capire che su certe questioni il peso (e le prerogative) dell’organo legislativo dovrebbero essere quantomeno paritetiche rispetto all’esecutivo.

Chiamparino però crede al suo progetto autonomista. “L’incontro con Bressa è stato molto positivo” ha detto a margine della seduta di oggi, come riporta La Stampa, aggiungendo: “Si stanno attivando dei tavoli ulteriori rispetto a quello già attivo con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna”.
“Io ho dato la mia disponibilità a parlare, il Consiglio ha ritenuto che per ragioni procedurali non fosse il caso di farlo. Io mi adeguo alle disposizioni del consiglio” ha commentato poi laconico. “Il silenzio non è una scelta mia”.

Sulla questione è intervenuto poi il consigliere regionale vercellese Gabriele Molinari, schierato dalla parte della difesa dell’iniziativa verso l’autonomia, della quale avrebbe voluto si fosse parlato . “Chiamparino ha assunto iniziative più che giuste sul fronte dell’autonomia – ha scritto su Facebook Molinari -, con una prospettiva finalmente concreta verso la macroregione del Nord. Non slogan, non marchette elettorali, ma proposte chiare. Avrebbe dovuto parlarne oggi in aula, peccato che il Consiglio, da destra a sinistra, abbia preferito non discuterne; complice, dice qualcuno, il fastidio per un eccessivo leaderismo del presidente”.
“Io non solo avrei voluto ascoltarlo – ha aggiunto -, ma penso che se avessimo candidato Sergio in Lombardia (dove né destra né sinistra toccano questi argomenti) oggi saremmo molto più competitivi. La gente chiede cose concrete, che non si limitino a conservare l’esistente, ma che tentino di cambiarlo. Chiamparino ha il pregio di rendersene conto, di parlarne in modo chiaro e di provare a realizzarle. Non è vero che non esiste un centrosinistra vincente, è che spesso quelli che possono vincere sui contenuti sono scomodi o fanno ombra a chi comanda. Se fossero tutti come Chiampa discuteremmo assai meno dei Fontana e di “loro”, e assai di più di “noi” e di quello che vogliamo fare”.

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