Barbero: “La Resistenza riscattò l’Italia agli occhi del mondo”

Barbero al termine dell’orazione ufficiale va a salutare i partigiani De Bianchi e Giara

 

Vercelli – “Affermare che la Resistenza fu un fatto marginale della lotta per la Liberazione contro il nazifascismo fa parte dell’armamentario dei luoghi comuni imprecisi e faziosi”. Lo ha affermato questa mattina lo storico Alessandro Barbero nell’orazione ufficiale della celebrazione del 25 Aprile a Vercelli, organizzata dal Comune, dalla Provincia e dalla Prefettura con l’Anpi.

Accanto al sindaco e al Presidente della Provincia, una parte della giunta comunale Jr. di Vercelli

Diciamo subito che la scelta di Alessandro Barbero è stata ancora una volta davvero vincente perché mai s’era vista tanta gente al 25 Aprile negli ultimi decenni. La parte di parco Camana tradizionalmente dedicata all’evento presentava un colpo d’occhio impressionante. Prima di Barbero avevano preso la parola il sindaco Maura Forse, il presidente della Provincia Carlo Riva Vercellotti, il prefetto Michele Tortora e la presidente provinciale dell’Anpi Elisabetta Dellavale. Tra i numerosissimi presenti i partigiani Olga De Bianchi (93 anni), Renato Giara (94 anni), l’ex presidente dell’Anpi Luigino Malinverni e, accanto al sindaco, il sindaco junior di Vercelli Luca Vaccino, con gli assessori junior Cecilia  Rossi (vice sindaco) ed Erica Valerio (Bilancio). Dellavalle ha rivolto anche un caro pensiero alla partigiana più vecchia, Mimma Bonardo, ospite della Casa di Riposo.

L’intervento della presidente dell’Anpi Betty Dellavalle

L’intervento di Barbero, ripetutamente applaudito, è stato esemplare e coinvolgente. Dicendo di essere stato,  di recente, contattato da studenti torinesi proprio per una lezione sulla Resistenza, Barbero ha dato risposte chiare, senza troppe perifrasi, quelle che aveva già dato agli studenti torinesi, a due quesiti basilari. Primo:  La lotta di Liberazione è stata una guerra civile? Secondo: Il ruolo della lotta partigiana, e dunque della Resistenza, è stato fondamentale, oppure il nazifascismo sarebbe caduto lo stesso sotto i colpi degli Alleati e si sarebbero potute scongiurare migliaia di vittime, soprattutto tra i giovani?

Alla prima domanda, Barbero ha risposto senza tentennamenti: “Sì fu una guerra civile”. Molta articolata  la risposta al secondo quesito. Ha detto l’illustre storico dell’Upo: “Il valore della Resistenza è nell’immagine che l’Italia ha dato al mondo e soprattutto agli Alleati riluttanti, che diffidavano di noi. La Resistenza è stata fondamentale perché ha dimostrato al mondo che cos’era la nuova Italia, consentendo a De Gasperi di andare a parlare a testa alta alle Nazioni Unite al termine del conflitto”.

La folla in parco Camana

Ma al di là dell’enorme valore simbolico, la lotta partigiana, unita a quella dei Gap nelle grandi città, ha avuto anche un valore pratico fondamentale perché quelli che i nazisti chiamavano terroristi” hanno tenuto in scacco numerose divisioni tedesche, al punto che il generale Dollman, comandante della Settimana Armata tedesca, citando i Gap, disse che “Roma è stata la capitale che ci ha dato più filo da torcere. Roma, non Parigi, non altre capitali”.

Barbero ha infine parlato di chi fossero i partigiani di allora, dicendo di aver spiegato ai giovani torinesi che lo interrogavano, che, in gran parte, erano ragazzi poco più vecchi di loro, se non coetanei; ragazzi di diversissima estrazione sociale, che attingevano per i loro nomi di battaglia dalla letteratura, dai film e dai fumetti di allora. Ragazzi straordinari e ammirevoli.

Dopo il lunghissimo applauso che ha salutato la fine della sua orazione ufficiale, Barbero è andato a sedersi accanto a Olga De Bianchi e a Renato Giara e li ha abbracciati con calore. La cerimonia si è conclusa cn l’inno di Mameli suonato dalla banda musicale di Villata.

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