Altra tegola sul mondo del lavoro: ArcelorMittal non acquisirà più la Sanac di Gattinara

Il presidio dell’ottobre 2019 davanti allo stabilimento di. Garttinara

Un’altra brutta novità nel mondo del lavoro vercellese. L’azienda Sanac di Gattinara, che produce refrattari, non sarà più acquistata da ArcelorMittal.

La spiacevole notizia è arrivata alle Organizzazioni sindacali venerdì scorso, 1 ottobre, quando hanno incontrato in video conferenza l’amministratore di Sanac Rosario Fazio e l’amministratore dell’Ex Ilva Claudio Sforza: la società ArcelorMittal ha ritrattato e non acquisisce più SANAC, azienda vercellese.

E’ andato deserto l’incontro del 30 settembre scorso, data in cui ArcelorMittal – oggi Acciaierie d’Italia – era attesa al tavolo notarile per perfezionare l’acquisizione dell’azienda vercellese. Un appuntamento disertato perché non c’è più l’intenzione di portare avanti l’acquisizione, come previsto dal bando di dicembre 2018 e perfezionato con decreto del Ministero a marzo del 2019.

Già a inizio 2019 la situazione si era ribaltata con la società acquirente che prorogava gli impegni presi, lasciando nell’incertezza i quasi 350 dipendenti di SANAC che, oltre allo stabilimento di Gattinara (secondo in Italia come numero di addetti), conta altre 3 strutture nazionali dislocate a Massa Carrara, Vado Ligure e Grogatsu-Assemini. “Già all’epoca le Organizzazioni sindacali  non avevano nascosto il proprio disappunto, convocando diverse manifestazioni territoriali”, afferma  il segretario Filctem Cgil, Alan Orso Manzonetta. Ma ripercorriamo qui di seguito la storia.

L’ODISSEA DELL’ACQUISIZIONE

2 Luglio 2019. Presidio di fronte al Comune di Gattinara. “Abbiamo esortato la politica a fare la propria parte al fine di mantenere gli impegni presi. Non si trattava di un acquisto dove era previsto ‘il reso’. Si trattava di un impegno di acquisizione, di fronte al Governo e al Ministero dello Sviluppo Economico”, continua il sindacalista Filctem Cgil.

1 ottobre 2019. Presidio di fronte allo stabilimento di Gattinara. Tutte le manifestazioni, ampiamente partecipate, hanno portato la società a prorogare la fideiussione ma non c’è mai stata una pressione da chi di dovere per fare rispettare l’impegno di acquisizione.

Nel 2020, per ovvie ragioni legate alla situazione pandemica, abbiamo avuto difficoltà a incontrare i lavoratori, ma come Organizzazioni sindacali abbiamo sempre cercato di mantenere il contatto con l’Amministrazione straordinaria, cercando di riallacciare un rapporto con il Ministero al quale abbiamo chiesto, ripetutamente, un incontro. L’incertezza è continuata per tutto il 2021 con Arcelor Mittal che ha prorogato più volte la fideiussione ma senza arrivare a definire l’acquisizione.
Nel frattempo, sono sorti altri problemi, compresi quelli economici, considerato che SANAC ha dovuto ricorrere all’ingiunzione per recuperare alcuni crediti nei confronti di Ex Ilva – ora Acciaierie d’Italia – che conta una partnership tra Arcelor e Invitalia per il 38% come capitale sociale, ma 50% come diritto di voto.
Una situazione terribile ma anche ridicola: un’azienda in amministrazione straordinaria che non riceve ordini da un’altra azienda comunque partecipata dallo Stato (Ex Ilva ora è controllata da Invitalia). Ed è ancora più ridicola considerato che SANAC è un’azienda produttiva, numeri alla mano: + 20% di produzione, + 45% di spedizioni, + 2 miliardi di redditività, 8 dipendenti stabilizzati (di cui 6 nello stabilimento di Gattinara) e 11 nuove assunzioni a tempo determinato”, continua Manzonetta.

SANAC E’ UN’AZIENDA SANA

Alan Orso Manzonetta (Filctem Cgil)

Prosegue il sindacalista Filctem: “Lo dimostra la collaborazione delle maestranze a tutti i livelli e anche quanto avvenuto in seguito all’incendio del 6 Giugno, quando il piano sicurezza ha funzionato: in un minuto, l’azienda era evacuata ed erano stati allertati i vigili del fuoco. Anche in quella situazione si è trovato un accordo sindacale per cui i lavoratori hanno potuto utilizzare le loro ferie per non pesare sull’economia familiare con la cassa integrazione, e chi ha voluto ha potuto ottenere un trasferimento momentaneo  in altro stabilimento del gruppo.

Anche per queste ragioni, la mancata acquisizione dell’Azienda sembrerebbe un modo per abbassare il valore di Sanac che conta ancora il 60% della produzione in capo a Ex Ilva: non ricevendo più ordini da Acciaierie d’Italia, ci sarà un ricorso sempre più pesante alla cassa integrazione (si arriverà anche al 50% nel mese di novembre) e il rischio chiusura di qualche stabilimento”.

LA SITUAZIONE ATTUALE

L’Amministrazione straordinaria di SANAC provvederà nei prossimi giorni a incassare la fideiussione di neanche un milione di euro che non garantisce alcuna liquidità (hanno addirittura comunicato che solo l’aumento del costo dell’energia comporterà una spesa di 500 mila €) e procederà in sede legale a valutare eventuali ricorsi e richiesta danni nei confronti di Arcelor ma, allo stesso tempo, avvierà la riformulazione di un nuovo bando di vendita (con un’azienda de-valorizzata) in un arco temporale dai 6 ai prossimi 10 mesi: situazione che causerà notevoli problemi produttivi, di efficienza nei costi e occupazionali.

Unica notizia “positiva” è che la cassa integrazione è maggiorata (ovviamente se verrà ri-finanziata nel 2022) e non si esaurisce come quella ordinaria. La cassa integrazione potrà essere utilizzata finché SANAC rimarrà in Amministrazione straordinaria.

È terribile l’epilogo che attende l’azienda vercellese, soprattutto dopo le false speranze date ai lavoratori che hanno creduto in un’acquisizione seria e hanno creduto di diventare dipendenti di un colosso multinazionale dell’acciaio. Ci hanno creduto perché ArcelorMittal è vincitrice del bando e assegnataria della gara pubblica con decreto del MiSE del Marzo 2019: per questo nessuno si aspettava, dopo 30 mesi di estenuante trattativa, un ‘nulla di fatto’. A questo punto, con tutta evidenza, la questione è politica ma i lavoratori sono stanchi dei falsi proclami e delle false promesse. Il Ministro Giorgetti si è preso un impegno nei confronti di Sanac ma oggi la situazione mette a rischio l’occupazione di circa 340 dipendenti (e famiglie) in un territorio, come quelle Vercellese, già messo a dura prova dalla crisi.
In questi giorni convocheremo le Assemblee dei dipendenti SANAC e decideremo insieme quale azione mettere in campo per far valere i diritti dei lavoratori e delle loro famiglie. Nel frattempo come Organizzazioni sindacali abbiamo sollecitato la partecipazione di SANAC e INVITALIA all’ennesimo incontro già convocato al MISE, il prossimo 6 Ottobre”, conclude Manzonetta.

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