Alla conviviale del Rotary Club Vercelli si è parlato di stampa 3D

Bianca Maria Colosimo e Luigi Omodei Zorini

Si è tenuta martedì 29 settembre al ristorante Twenty la serata conviviale del Rotary Club Vercelli che ha avuto come tema la stampa 3D. Il presidente Luigi Omodei Zorini ha invitato a parlarne la professoressa Bianca Maria Colosimo, docente e vicedirettore del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano, che appartiene al gruppo delle cento esperte nei settori Stem, selezionate dalla Fondazione Bracco.

Dopo aver tracciato una breve storia su come le tecnologie sono state decisive per lo sviluppo dell’industria, la relatrice ha sottolineato che nel corso di poco più di un secolo il tempo occorrente per la diffusione di nuove tecnologie a livello mondiale sia passato dai 75 anni per il telefono ai 38 anni per la radio, e dai 13 anni per la televisione sino ai 7 anni per internet e così via, con tempi sempre più brevi, per far rifletter sul fatto che anche la stampa 3D, tra poco tempo, potrà diventare di uso comune per tutti.

Considerando che l’80% dell’export europeo riguarda il settore manufatturiero, in cui sono occupate molti milioni di persone, l’obiettivo da raggiungere è la Clean Production, che consiste nell’utilizzo di tecnologie sostenibili, intelligenti e ad alte prestazioni, nell’ottica del mercato globale e in presenza di paesi emergenti.

In tale ambito la stampa 3D, orientata alla fabbrica del futuro, consente l’ottimizzazione delle funzioni produttive al fine di poter acquisire in tempo reale le richieste di prodotti personalizzati sulle specifiche del cliente, consentendo di realizzare particolari di forma complessa con costi competitivi rispetto alle tecnologie tradizionali.

La professoressa Colosimo, dopo aver illustrato il principio di funzionamento di questa nuova tecnologia, ha citato i numerosi campi di applicazione: parti di ricambio, prototipi, componenti vari, protesi per l’anca, esoscheletri che sostituiscono i gessi per le fratture e le immobilizzazioni di arti, protesi dentali, costruzione di edifici per eventi eccezionali (tipo le zone terremotate), occhiali, gioielli e qualsiasi altro oggetto che si voglia realizzare. Il tutto con notevole riduzione di peso, di scarti e di costi.

In particolare, lo stesso Politecnico di Milano, durante l’emergenza Covid-19, ha realizzato valvole per maschere respiratorie e schermi facciali, ma è oltremodo affascinante lo sguardo al futuro, che vede tra le possibili applicazioni la realizzazione di stazioni spaziali sulla luna (con l’utilizzo delle polveri lunari) e la stampa di cellule umane per la realizzazione di tessuti, come ad esempio la pelle.

La relazione ha ottenuto un grande successo e ha ricevuto il vivo apprezzamento dei soci presenti, che, increduli e meravigliati da quanto udito, hanno rivolto varie domande alla brillante relatrice.

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