Addio a Gianni Reinotti, imprenditore tessile di successo e gran signore: aveva 81 anni

Gianni Reinotti, a destra bella foto. Accanto a Lui il pittore Roberto Albeltaro, scomparso otto mesi fa.

Imprenditore tessile di successo, ma soprattutto uomo di grande signorilità, intelligenza e ironia: erano le peculiarità di Gianni Reinotti scomparso all’ospedale “Sant’Andrea” a 81 anni.

Lascia la moglie Rosa Rita, i figli Carlotta, Viola e Alberto e la sorella Vanda con le rispettive famiglie. I funerali saranno celebrati giovedì alle 10,30 nella chiesa di San Bernardo (Madonna degli Infermi), dove domani, mercoledì, alle 18, sarà recitato il Rosario.

Nativo del rione Canadà, Gianni Reinotti aveva intrapreso l’attività di imprenditore edile prima a Cerreto Castello poi a Carisio, ma l’aveva svolta anche all’estero, e amava raccontare (con quell’eloquio pacato e coinvolgente nello stesso tempo, che che lo contraddistingueva) anche i risvolti addirittura romanzeschi (persino un colpo di stato) in cui s’era trovato coinvolto, suo malgrado.

Per lungo tempo, dopo aver avviato ulteriori attività di successo nel Biellese e in Valsesia (l’ultima era stata la Tessitura Sas di Borgosesia) s’era stabilito in una frazione in provincia di Biella con la sua Rosa Rita a sua volta vercellesissima: figlia del noto parrucchiere Franco Varesini, aveva avviato un negozio di parrucchiera in piazza Pajetta, prima di trasferirsi nel Biellese con Reinotti.

Reinotti canta con Carletto Bissacco, scomparso pochi mesi fa, durante una rimpatriata dei vecchi giocatori della Pro organizzata da Gianni  Gallarati

Vercellesi fino all’osso, i due non potevano però rimanere lontani dalla loro città e c erano tornati, ritrovando care e solite amicizie. Gianni aveva ripreso a frequentare le vecchie compagnie: ad esempio, quella che soleva ritrovarsi sulla panchina di via Cavour. E, grazie all’amicizia con Gianni Gallarati, frequentava tutte le rimpatriate degli ex calciatori della Pro Vercelli.

Ovunque andasse contagiava tutti con la sua simpatia, il suo garbo, la sua ironia, che non era mai però rivolta contro qualcuno o qualcosa: Reinotti usava quest’arma per stemperare le situazioni difficili, per ridare buonumore, per riaccendere la luce. A piangerlo oggi sono davvero in tantissimi, a partire da Loretta Manuzzato, la sua “quarta figlia”, discendente dei Greppi, la famiglia del Canadà cui i Reinotti sono legati da un’antica, solida amicizia.

Oggi tutti dicono che Vercelli ha perso “un vero signore”; ed è la cosa più giusta, più vera da sottolineare.

 

 

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