Addio cara Paola, che hai poetato amore e volley per tutta la vita

Paola Di carlo al Memorial Nino Piacco il 29 settembre 2019 (foto Greppi)

Cara Paola,

che per anni sei stata la figlia che Emma e Nino Piacco non avevano avuto, penso che uno dei momenti più felici e toccanti della tua vita sia stata  la giornata di domenica 29 settembre, lo scorso anno, quando al PalaPiacco di via Donizetti hai consegnato il trofeo intitolato al tuo secondo padre al Volley Novara, che aveva vinto il Quadrangolare Under 18 di volley organizzato dal Panathlon e dal Comune proprio per celebrare la memoria del tuo Nino.

Ricordo ancora la tristezza lanciante del giorno in cui Nino ci lasciò, il 6 marzo 1997. Ho ancora negli occhi e nel cuore gli anni in cui ti prendesti a cuore la quotidianità di Emma, che non riusciva, ma letteralmente, a vivere senza il suo Nino, conosciuto, giovanissima, nel cortile del Dopolavoro fascista – dove adesso c’è la piscina ex Enal, tra un set e l’altro di uno sport allora ai primordi, che quasi nessuno conosceva e che si chiamava “palla al volo”.

Un’immagine del primo Memorial Nino Piacco

Di Nino, dei suoi ricordi, tu sei stata la scrupolosa, amorevole vestale. Quando ho scritto, per la collana “Cronache leggendarie – Eroi dello Sport Vercellese”, la biografia di Piacco (un bignami biografia, perché per renderla tutta non sarebbero bastate le pagine della Rizzoli Larousse), sei stata tu a fornirmi ritagli di giornali, foto semplicemente fantastiche – tra le quali quella della possibile “invenzione del muro” datata 5 marzo 1939 – informazioni, aneddoti, ispirazioni. Anche nel ripercorrere la vita dell’uomo che ti aveva plasmata donna di sport, eri attenta e scrupolosa. Perché amavi Nino, così come, amando Elena Carasso, eri stata la compagna di strada insostituibile del compianto Nello Maggi e di Giusi Baldissone nell’impresa di far conoscere a tutti i vercellesi, in due preziosi volumi postumi, tutta la produzione poetica della tua grande amica.

Hai fatto queste cose col cuore perché eri una donna di cuore, l’amica, la figlia, la compagna che tutti avrebbero voluto nella loro vita. 

Ha pescato questa cardarelliana “perla rara” Maurizio, che con te condivideva l’amore, più che la passione, per la pallavolo. Vi ricordo nella vostra bella e accogliente casa di via Bertinetti, quando venni a intervistarti, otto anni fa, per la rubrica sulle donne vercellesi che avevano lasciato un’impronta nello sport. Ogni minuto di quel pomeriggio era stata una conquista, una sorpresa, una rivelazione. Anche lì, tu vestale gelosa, a parlarmi – attraverso ricordi, foto, ritagli di giornali – più del volley vercellese che di te stessa. E Maurizio, che si fece trasportare in quella giostra di emozioni innescata ora da un’immagine, ora dalla frase di un articolo, ora dall’album di famiglia. Attorno a voi, tanti bei quadri perché tu, con la tua sensibilità artistica, non potevi nemmeno immaginare una casa senza quadri. Ricordo che ti piacque anche la mia, un Natale che venisti a portarmi il vostro tradizionale dono, che di solito tu e Maurizio ci facevate recapitare a domicilio: quasi sempre fiori bellissimi, ricercati, mai banali. Rammento che ammirasti il quadro di un “orrido” dipinto dal pittore gattinarese Gibellino e che ti commuovesti di fronte ai Leale, che ben conoscevi.

Cara Paola, questo 2020 più feroce che terribile, si è portato via anche te, all’improvviso. Non ci sono parole che, in questo momento possono consolare Maurizio, Davide ed Alessandro, ed i nipoti che adoravi. Ti penserò sempre accanto a Giorgia, al Trofeo Bertinetti, a spiegarle i meccanismi della competizione: amavi anche la scherma perché amavi anche tuo suocero, Walter, che quel “Bertinetti” l’aveva in pratica creato, con suo cognato Aldo e con l’amico fraterno Franco.

Sarà impossibile dimenticarti e non c’è consolazione, Paola, in questo momento, Lasciami immaginare un solo possibile sogno che in qualche modo lenisca questo dolore immenso: il fatto che ritroverai le persone che ti sono state più care in vita e, fra queste, Nino ed Emma che, a loro volta, ritroveranno la figlia che non avevano avuto. Perché l’hanno avuta.

Ti sia lieve la terra

Enrico

(I funerali di Paolo Di Carlo Nasi saranno celebrati domani, mercoledì, alle 10,30, nella chiesa della Regina Pacis)

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