Abusava della figlia minorenne, arrestato il padre

Abusava della figlia minorenne. In manette è finito un ivoriano. L’attività di indagine era partita nel gennaio del 2018 quando la Squadra Mobile della Questura di Vercelli aveva raccolto le confidenze di una donna adulta, di origine ivoriana, che era stata interpellata in una disperata richiesta di aiuto da una ragazzina del 2002, facente parte della medesima comunità ivoriana, in quanto vittima di violenze sessuali da parte del padre.
Approfondendo le dichiarazioni si appurava che la ragazzina in difficoltà viveva in un alloggio cittadino di edilizia popolare con il padre abusante, con il fratello pluripregiudicato per reati contro la persona, il patrimonio e fatti di droga, con uno zio e con una quarantenne donna nigeriana che esercitava l’attività di prostituzione proprio all’interno di quella abitazione. La minore ed il fratello erano nati da una relazione che il padre aveva avuto con una donna ivoriana rimasta al paese di origine; successivamente, il padre aveva contratto regolare matrimonio con altra cittadina ivoriana residente a Parigi, dalla cui unione sono nati altri due figli.
Iniziava, quindi, una serrata attività di indagine che consentiva, una volta raccolti i primi indizi di colpevolezza, anche in considerazione dello stato di necessità ed urgenza che emergeva ed al fine di sottrarre la minore ad ulteriori situazioni di concreto pericolo e degrado, di adottare un provvedimento ai sensi dell’art. 403 c.c. e collocare la stessa in una comunità protetta. Subito dopo si procedeva con l’audizione della minore la quale confermava gli abusi ad opera del padre, iniziati fin da quando aveva 13 anni.
L’uomo era solito farle dei regali per comprarne il silenzio. Dalle indagini l’uomo risultava essere ossessionato dalla figlia arrivando a sognarla frequentemente durante la notte, come da lui stesso dichiarato ad un’amica, giungendo addirittura a fare un piccolo foro nella porta d’ingresso della sua stanza al fine di poterla spiare, senza essere visto, mentre si spogliava. Sentitosi “braccato”, il padre riusciva ad allontanarsi dal territorio nazionale, presumibilmente verso la Francia, paese nel quale era residente la moglie, facendo perdere le proprie tracce fino al mese di Novembre 2020 quando veniva effettivamente localizzato in territorio transalpino.
Nel frattempo il Tribunale di Vercelli in data 1 Novembre scorso condannava l’uomo alla pena di anni 6 e mesi 6 di reclusione, in quanto riconosciuto colpevole del reato di violenza sessuale in danno della figlia infraquattordicenne.
A seguito del rintraccio dell’uomo, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza in relazione al fatto storico accertato con sentenza emessa dal Tribunale di Vercelli, la locale Procura della Repubblica chiedeva, ed otteneva, l’emissione di una custodia cautelare in carcere in danno dell’uomo con contestuale Mandato di Arresto Europeo.
Nel prosieguo delle indagini, emergeva la possibilità che l’uomo potesse fare rientro a Vercelli entro la fine dell’anno, per sistemare alcune pendenze burocratiche e in particolare per evitare che gli fosse revocata la concessione della casa popolare.
Effettivamente, il 22 dicembre scorso gli Uomini della Seconda Sezione della Squadra Mobile riuscivano ad intercettare l’uomo che si stava recando agli uffici comunali di Vercelli; nello specifico, lo stesso, temendo di poter essere arrestato, si era fatto accompagnare da alcuni familiari che avevano il ruolo di “vedette” e che lo precedevano al fine di comunicargli l’eventuale presenza di Forze dell’Ordine.
Nonostante queste accortezze l’uomo, un trentasettenne ivoriano, con precedenti penali per reati di falso, veniva fermato, arrestato ed associato alla casa circondariale di Vercelli.
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1 commento

  1. Casi come questo sono più numerosi di quel che sembra stando alle notizie di cronaca, generalmente i reati non emergono neppure perché chi li subisce non sempre ha il coraggio di denunciarli, e, quando lo fa, frequentemente non tutti quelli che dovrebbero collaborare a stanare il delinquente riescono o vogliono agire in senso positivo. In questo caso la storia, terribile, sembra si sia conclusa “bene”, eppure, non bisogna dimenticare che, come disse Fëdor Dostoevskij ne “L’Idiota”, “Il soffrire passa, l’aver sofferto non passa mai”. In più, purtroppo, se molti italiani abusano in modo analogo, tanti di più delinquono fra i cittadini provenienti da altre “culture” e, confrontati i rispettivi livelli di prolificità, presto diverrà prevalente nella società “italiana” la regola dei debosciati (che vengono già trattati con garantismo estremo), e la legge – a buoi scappati- si uniformerà completamente, secondo quest’altro aforisma che per caso leggevo in questi giorni (è di Sir Winston Churchill) : “Se due persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” gli fai la multa, se venti persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” chiedi loro di spostarsi, se duecento persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” togli il cartello”.

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