#7K4thefuture, terminata la prima tappa

È arrivata a quota 4.384 metri sul livello del mare la prima tappa della scalata verso l’Aconcagua di Pietro Presti, direttore generale della Fondazione Tempia, e di Alessandro Beltrame, videomaker ligure che accompagna la spedizione #7K4thefuture, che ha l’obiettivo di concentrare attenzione e fondi dell’opinione pubblica su un progetto che consentirà di frequentare in via telematica le lezioni scolastiche ai bambini e ragazzi ricoverati del reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Novara.

I due hanno raggiunto, dopo 24 chilometri di cammino e 20 chili di equipaggiamento sulle spalle, il campo base di Plaza de Mulas, area di partenza per le salite verso la vetta più alta delle Ande e del mondo fuori dall’Asia. Qui saranno raggiunti nelle prossime ore da Nico Valsesia, lo skyrunner di Borgomanero che ha appena conquistato il Chimborazo, la montagna più alta dell’Ecuador, in una spedizione parte di un progetto di ricerca per studiare gli influssi benefici di alcune tecniche di respirazione anche in alta quota. Presti, Beltrame e Valsesia si sposteranno insieme verso un ulteriore campo base, a circa 5.500 metri, da dove si muoveranno verso la vetta.

«Le condizioni meteo non sono delle più favorevoli: c’è nevischio, vento e fa freddo. È molto dura» ha scritto Pietro Presti in un breve messaggio inviati attraverso il sistema InReach di Garmin, che è in grado di segnalare in tempo reale la loro posizione anche nelle zone non coperte dalla rete di telefonia mobile, come quelle a più alta quota.

Nel frattempo è in rete il sito web dedicato all’impresa, che consente anche di effettuare donazioni a favore della campagna di raccolta fondi per l’acquisto degli strumenti tecnologici necessari all’ospedale di Novara. All’indirizzo http://www.7K4thefuture.it si trovano i particolari dell’impresa e i profili dei protagonisti, insieme ai dettagli del progetto: l’obiettivo è acquistare gli strumenti tecnologici necessari per la cosiddetta “scuola in ospedale integrata”. Si tratta di creare un collegamento audio e video tra le stanze del reparto e le scuole dei giovanissimi pazienti per far sì che non solo possano restare in pari con il programma di studio ma che si sentano come in classe, con un beneficio psicologico che si somma a quello didattico.

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