Si apriranno oggi le buste per le offerte relative alla storica Officine Meccaniche Giovanni Cerutti e alla Cerutti Packaging, determinando il futuro dello stabilimento di Casale Monferrato (quello di Vercelli è ormai da considerare “defunto”) e dei suoi lavoratori.
Ricordiamo che le offerte in pratica sono due, una da parte del gruppo svizzero Bobst che ha proposto di riassumere 30 operai con l’intenzione però di ricollocarli, almeno inizialmente, nel suo storico stabilimento a San Giorgio Monferrato (da sempre rivale della “Cerutti”). La seconda offerta, invece, è quella della cordata Rinascita, la quale sarebbe intenzionata ad assumere 61 persone da destinare allo storico stabilimento di Casale. Il problema di questa offerta, per gli operai che attendono di capire cosa accadrà, è però che dei 61 riassunti solo 18 sarebbero operai, gli altri invece sarebbero tecnici e amministrativi, e il timore è dunque che il progetto sia orientato solo a realizzare una sorta di vendita ricambi più che un vero e proprio stabilimento produttivo.
E proprio tra gli operai che si oppongono a questo progetto “autoctono” (giova ricordare che Matteo Rossini, futuro amministratore della nuova società in caso di aggiudicazione dell’asta, aveva dichiarato che Giancarlo Cerutti, pur offrendo una preziosa “collaborazione commerciale” agli imprenditori della cordata, non farà parte della compagine societaria), sarebbe nata la volontà di creare una cooperativa, alla quale aderirebbero da subito 30 operai, la quale potrebbe poi lavorare su commessa, anche ad esempio della Bobst se questa dovesse vincere l’asta, ma pure per altri committenti. I 30 operai, ai quali potrebbero aggiungersene altri, sarebbero in gradi di costituire il capitale sociale della Coopo utilizzando la loro Naspi.
Insomma il futuro della Cerutti rimane ancora incerto, e potrebbe anche non risolversi a breve nemmeno dopo l’apertura delle buste di oggi se, per esempio, dopo la prima aggiudicazione dell’offerta migliore dovessero arrivare eventuali ricorsi.
È chiaro, non c’è bisogno di essere esperti di aste giudiziarie e assimilabili, per capire che il “prezzo finale” sarà compatibile solo in parte con l’interesse dei lavoratori (nel propri complesso) e dei creditori (prezzo/offerta massimo/a)… foss’anche dopo il “previsto” ricorso.