Tanti sindaci della Baraggia per l’ultimo saluto a Carmelo Iacopino

C’era tanti sindaci e assessori della Baraggia, almeno una ventina,molti con la fascia tricolore, questa mattina in Duomo all’ultimo saluto per lo storico direttore generale del Consorzio di Bonifica della Baraggia Carmelo Iacopino. Il Comune di Vercelli era rappresentato dal vice sindaco Mimmo Sabatino, la Provincia dal consigliere Massimo Camandona. Tra i presenti l’attuale presidente del Consorzio Leonardo Gili e l’ex presidente Carlo Goio, c’era anche l’ex sindaca di Vercelli Maura Forte.

Il Duomo era affollato, il parroco, monsignor Stefano Bedello ha detto, nell’omelia, che Iacopino potrebbe essere considerato, per le grandi opere realizzate in Baraggia, “un piccolo, secondo Cavour del nostro tempo”.

Alessandro Iacopino mentre ricorda il padre in Duomo

Toccante il ricordo del figlio, Alessandro, attuale direttore generale della Baraggia, presente alle esequie con la mamma Ausilia, la moglie Federica, la sorella Stefania con Giovanni i giovani nipoti dell’estinto Matteo e Ginevra, il fratello di Carmelo Iacopino, Bruno, e la cognata Teresa.

Con la voce rotta dalla tristezza, Alessandro Iacopino ha raccontato episodi molto cari riguardanti la sua famiglia, come quello che riguardava nonno Rosario. Giunto dalla Calabria in cerca di fortuna, e soprattutto di lavoro, il padre di Carmelo Iacopino s’era dovuto adattare a svolgere mansioni anche umili, come il custode del parcheggio di via Massaua, poi diventato una vetreria e attualmente un colorificio.

In quel garage, che era di proprietà della famiglia Petrini, ritirava l’auto anche Piero Sillano, allora segretario del Consorzio della Baraggia. Vedendo che Rosario Iacopino continuava a sistemare le vetture spingendole con il cambio in folle, Sillano gli chiese come mai non avviava il motore con le chiavi; Rosario Iacopino gli rispose che non aveva la patente perché non poteva permettersi di prenderla. Tra i dunque nacque un forte rapporto di amicizia e Carmelo Iacopino, una volta preso il diploma, prima della laurea, fu assunto da Sillano come ragioniere al Consorzio. L’inizio di una carriera sfolgorante, basata, come ha ricordato Alessandro Iacopino sulla “tenacia”  del padre, legata ad una preparazione tecnico-giuridica non comune e da una volontà ferrea di lavorare ogni giorno, sabati e domeniche compresi, per diverse ore al giorno.

Un ritratto veridico, coinvolgente, che ha commosso tutti.

Edm

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