Secondo trionfo di Nakariakov al Civico: fans in delirio per la sua tromba

Nakariakov impegnato col flicorno nel primo brano

La stessa emozione, lo stesso sbalordimento di poco meno di cinque anni fa. Li abbiamo provati sabato sera, al Civico, ascoltando per la seconda volta un concerto del trombettista russo Sergei Nakariakov. Solo che la prima volta non eravamo preparati. Nelle note biografiche, veniva definito “il Paganini della tromba” e il critico musicale Attilio Piovano, presentando il concerto, scovò, su di lui, una frase particolarmente efficace del “San Francisco Chronicle”: “Suona la tromba nel modo in cui tutti noi respiriamo, se siamo fortunati”.

D’accordo, frasi forti e suggestive. Ma poi arrivò lui. Il Civico era pieno zeppo di trombettisti arrivati da un po’ ovunque, visto che si trattava dell’unico concerto italiano della tournée di quell’anno. Non ci furono parole, ma solo folate, quasi uraganesche di entusiasmo, applausi a cascata, richieste di bis. Un trionfo assoluto.

E qui invece con la tromba nelle Variazioni dalla “Norma” di Bellini

E sabato, pari pari,la stessa cosa. Solo che stavolta eravamo preparati. Suonando di fronte ad una platea esaurita, con una formazione molto rinnovata della Ducale (22 archi senza Rimonda, impegnato con un’altra parte dei suoi orchestrali a Lisbona), Nakariakov ha invertito le sue due performance, eseguendo prima, col flicorno, le “Variazioni su un tema rococò, op.33” di Cajkovskij e dopo, con la tromba, le le funamboliche “Variazioni su un tema da ‘Norma’ di Vincenzo Bellini” composte dal trombettista francese Jean-Baptiste Arban. 

Il pubblico è andato in delirio, e avrebbe voluto bis come se piovesse. Nakariakov ne ha donato uno: la versione per tromba d “Luiza” del compositore brasiliano Tom Jobim.

Per il resto, tre inappuntabili esecuzioni per sola orchestra d’archi, con Giulia Rimonda esemplare, nella conduzione da primo violino: la prima di  Edward Elgar (una “Serenata” in mi minore op. 20 che abbiamo probabilmente  ascoltato per la prima volta al Civico), la seconda il celeberrimo, bellissimo, Adagio per archi di Barber (eseguito alle esequie, tra gli altri, di Albert Einstein, Jfk e Grace Kelly), la terza, le impegnative “Antiche danze ed arie per liuto, terza suite” di Ottorino Respighi. Esecuzione inappuntabile, esemplare.

Una curiosità (ma non ditelo a Luca Bizzari, se no sai che cinema ci monta su): durante la prima esecuzione di Nakariakov, si è sentito come uno scroscio di cascata in sala. E tutti ci siamo interrogati su che cosa fosse successo: pare che sia stato lo sciacquone di un water, evidentemente da regolare. Non era mai accaduto prima, ma far intervenire un idraulico, caro Comune, sarà quanto mai opportuno.

Scroscio indesiderato a parte, concerto memorabile. Prossimo appuntamento del 27° “Viotti Festival” (che è dunque partito alla grandissima) sabato 7 dicembre con il violoncellista Jeremias Fliedl e il pianista Kiron Atom Tellian che suneranno Bach, Beethoven, Part e Rachmaninov.

Edm

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