Vercelli – Poco fa, il Tg1, in esclusiva, ha annunciato che i lavori di scavo all’ex compartimento tecnologico nucleare di Saluggia, ordinati sei mesi fa dal procuratore della Repubblica Pier Luigi Pianta, avrebbero consentito di ritrovare i famosi fusti (sarebbero quattro) che, undici anni fa, un escavatore che stava lavorando sulle fondamenta per realizzare un nuovo deposito nucleare, portò accidentalmente alla luce.
L’escavatore si imbatté nei fusti e in una strana costruzione in cemento e acciaio a forma di piramide tronca: che cosa c’era in quei fusti da cento litri non si seppe mai perché – come ha rivelato di recente un ex dipendente ovviamente sentito dalla procura – qualcuno diede immediatamente ordine di risotterrarli e di ricoprirli con una colata di cemento.
A distanza di undici anni però qualcuno ha parlato di quel fatto e la procura ha ordinato gli scavi o che, sempre secondo il Tg1, avrebbero portato alla scoperta di quattro di quei fusti misteriosi. Ora si tratterà di esaminare che cosa contenessero e, qualcosa ci fossero residui di lavorazione nucleare (come si teme) verrebbero alla luce inquietanti scenari sul modo di smaltire allora questi residui pericolosissimi.
L’attuale industria la LivaNova non c’entra ovviamente niente con l’indagine, anzi dalla procura viene fatto filtrare che sta collaborando. E’ probabile che l’interramento originario di quei fusti possa risalire anche a decenni di anni fa: nei prossimi giorni o si saprà qualcosa di più preciso.





