Marisa Varacalli fa chiarezza sui dipendenti licenziati da Seso

A fronte di dichiarazioni unilaterali riguardanti i dipendenti licenziati da Seso a seguito del mancato rinnovo del servizio di trasporto scolastico, l’amministratore unico Marisa Varacalli fa chiarezza sulla situazione, nell’ottica di fornire un quadro completo delle motivazioni che sottendono al licenziamento dei due dipendenti.

In primo luogo, Marisa Varacalli spiega che: «Seso è una società a intero capitale pubblico e, come tutte le aziende deve essere gestita secondo le logiche imprenditoriali di efficienza, efficacia, economicità. Quando viene a mancare un contratto, non ci sono più le entrate che servivano a pagare il servizio e, se c’è del personale assunto per quel determinato contratto, questo viene licenziato per giustificato motivo oggettivo. Seso ha l’obbligo di provare in tutti i modi a distribuire il personale in esubero tra gli altri servizi, purché tale personale sia necessario ed abbia le idonee competenze. Per contro, il nuovo gestore del servizio ha l’obbligo di assorbire il personale uscente».

Da qui derivano alcune considerazioni di fondamentale importanza. In primo luogo, determinanti sono i concetti di competenza e necessità: una società non è obbligata a tenere il personale impiegandolo in mansioni non necessarie alla società stessa e, secondo lo stesso principio, anche se nell’organico aziendale risultano esserci posizioni libere, non esiste l’obbligo a coprirle con lavoratori senza idonee competenze.

«Essendo Seso una Società Pubblica non può permettersi di andare in perdita, dunque – prosegue l’amministratrice – non è pensabile (come sembrano voler suggerire certe considerazioni espresse dai nostri interlocutori) che si inventino nuovi servizi per conservare il personale, in quanto non ci sarebbe la necessaria copertura delle spese. Nel caso specifico in questione, dei quattro autisti del servizio scuolabus, due siamo riusciti a reimpiegarli, uno nel Trasporto Pubblico e uno nella Raccolta Rifiuti, mentre per gli altri due non c’era questa possibilità, ma abbiamo spiegato molto bene, anche durante i vari incontri con i sindacati, che il nuovo gestore avrebbe dovuto riassumerli in virtù della clausola sociale presente nel contratto».

Ed è a questo punto che nella vicenda entra un ulteriore elemento: la libertà di scelta dei due lavoratori, che avevano un’opportunità che hanno deciso di non cogliere.

«I due licenziati hanno rifiutato di andare a lavorare per il nuovo gestore, come è nel loro diritto – dice ancora Marisa Varacalli – Seso non commenta questa libera scelta, assolutamente legittima, ma è chiaro che la vertenza in corso non dipende certo dalla volontà di licenziare due dipendenti, bensì dall’impossibilità per Seso di fare diversamente, perchè non c’erano più i soldi del Contratto. Se Seso li avesse tenuti, allora sì avrebbe dovuto chiedere i soldi al Comune, e quindi ai cittadini con aumento delle tariffe Rifiuti. E questo poteva configurare un danno erariale».

«Sul fatto che stiamo spendendo soldi per la causa, direi che la colpa è di chi ci ha fatto causa, non nostra – conclude Varacalli – noi ne avremmo fatto volentieri a meno. Ma va tenuto anche presente che, se avessimo mantenuto i dipendenti non ricollocabili, il costo sarebbe stato di circa 80.000 € l’anno per gli stipendi, per i quali non c’è copertura. Siamo umanamente dispiaciuti per i due dipendenti, ma non possiamo ignorare che le aziende pubbliche, per rimanere solide devono essere gestite con gli stessi criteri delle altre aziende e non possono, seppur con dispiacere, assumersi costi sociali che non competono loro».

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1 commento

  1. Han fatto tutto il possibile. E’ tutto chiaro. L’azienda è solida se gestisce tutto con occhio rivolto al bilancio.. per ciò che attiene la gestione del personale, proprio quanto si fa per … i rifiuti.

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