“Era una persona straordinaria, un lavoratore infaticabile, che si prendeva sempre a cuore sia la salute dei pazienti sia la vita delle persone che gli stavano attorno, noi compresi”. Sconvolti, i colleghi della Divisione di Psichiatria piangono l’improvvisa scomparsa dell’infermiere Simone Iperico, che aveva solo 51 anni e che da ventidue prestava servizio nella Struttura complessa del “Sant’Andrea”.
Simone Iperico lascia la moglie Loredana, i figli Cristian e Lorenzo, la sorella Verdiana, con Andrea e Olivia, la nonna Annamaria, che accudiva personalmente, i suoceri, gli zii, i cugini, i parenti, una miriade di amici.
I funerali saranno celebrati mercoledì, alle 11,30, nella chiesa delle Maddalene, dove oggi, lunedì, alle 17,50, sarà recitato il Rosario. Il dolore tra i colleghi è palpabile. Sabato, Simone Iperico era in compagnia della moglie Loredana, anche lei infermiera, ma all’ospedale di Novara, quando all’improvviso è stato colto da malore; la moglie ha cercato di soccorrerlo e quindi ha chiamato il 118, purtroppo non c’è stato niente da fare. Impressionante l’analogia con la recentissima scomparsa di un altro vercellese, Ezio Donna, pure lui ucciso da un attacco cardiaco mentre era in compagnia della moglie che medico, ha tentato invano di salvarlo.
Simone Iperico era un grande appassionato di calcio. Tifoso della Pro Vercelli e dell’Inter, aveva giocato nel Piemonte Sport e anche arbitrato in Terza Categoria. Ma la sua vera, grande passione era la famiglia: la sua Loredana, il giovanissimo Cristian ed il piccolo Lorenzo, che adorava.





