Oggi, giovedì 30 maggio, nel giorno esatto in cui cent’anni fa Giacomo Matteotti pronunciava il famoso discorso alla Camera che probabilmente gli costò la vita, l’Associazione culturale “Il Porto”, rappresentata questa mattina da Giulio Dogliotti e da Roberto Sbaratto, ha presentato, al “Leone”, la rappresentazione teatrale “L’Antitaliano”, che sarà messa in scena al Museo di via Verdi domenica 9 giugno, alle 17,30, un giorno prima di quello dell’uccisione del parlamentare socialista ad opera dei fascisti guidati da Amerigo Dumini, appunto il 10 giugno di cent’anni fa.
Come è solito fare, Sbaratto, che interpreterà il lavoro con Lorena Crepaldi e “una sorpresa”, si è documentato a lungo su questo grande italiano che secondo Wikipedia, è il politico del Novecento più citato nella toponomastica italiana con più di temila intitolazioni. “Di Matteotti – ha detto Sbaratto nella conferenza stampa di questa mattina – si sa che è morto il 10 giugno del 1924, il giorno stesso del rapimento da parte della squadraccia fascista guidata da Dumini, ma non è certo che il rapimento e l’assassinio siano stati ordinati dal duce, anche se ovviamente la scomparsa del coraggioso parlamentare non dovette dispiacergli”. Resta il fatto che il corpo di Matteotti fu ritrovato due mesi dopo, il 16 agosto e che la sera stessa del rapimento e dell’uccisione, il duce entrò in possesso del portafogli insanguinato del parlamentare di Fratta Polesine.

Sbaratto ha anche esaminato un aspetto non secondario, e molto dibattuto dagli storici. Se per gran parte di loro l’assassino fu compiuto a causa del famoso discorso del 30 maggio (che sarà in gran parte ripreso nel lavoro teatrale del 9 giugno), un’altra versione dice che il segretario del Partito socialista unitario venne rapito e ucciso non per quel discorso esemplare e coraggioso, ma per quello che doveva tenere proprio il giorno dopo il rapimento, l’11 giugno. Pare infatti che si stesse documentando su un grosso giro di tangenti, legato alle concessioni per le trivellazioni alla ricerca dei petrolio, giro che avrebbe riguardato sia la famiglia Mussolini sia la stessa Corona.
Nell’opera teatrale in programma il giorno delle elezioni, Sbaratto e Crepaldi, d’intesa ovviamente con Cinzia Ordine, metteranno in luce anche il bellissimo rapporto, seppure per molti anni a distanza (Matteotti era costretto a rifugiarsi spesso cambiando continuamente domicilio) tra il coraggioso uomo politico e la moglie, Velia, rapporto che viene raccontato splendidamente attraverso le lettere della donna al marito.
L’evento andrà in scena nel cortile di casa Alciati con il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio, la sponsorizzazione della Farmacia Moderna e ovviamente l’appoggio del Leone. Ha detto il presidente del Museo, Gianni Mentigazzi: “Rivendichiamo l’atto di coraggio e di indipendenza nel dare spazio a questo evento”.
Sempre questa mattina, è stata presentata una seconda rappresentazione che andrà in scena due settimane dopo, domenica 23 giugno, sempre al Leone. E’un’opera che non ha ancora un titolo, ma in cui verrà raccontata la Vercelli “politica” dell’Ottocento (proprio nel giorno del probabile ballottaggio) attraverso le lettere (interessanti, sapide, gustose) di Camillo Leone. A raccontare le vite dei vari Modesto Cugnolio, Luigi Verga, Piero Lucca, Carlo Alessandro Arborio Mella, l’avvocato Giuseppe Malinverni, del partito dei “sesiani”, come diceva Leone, e dei tanti altri personaggi illustri di quella Vercelli, visti attraverso gli scritti del notaio e grande collezionista, sarà il conservatore del “Leone”, Luca Brusotto, che si avvarrà delle letture di quei documenti a cura di Sbaratto.
Edm






Della serie: gli “indiscutibili”
Qui si parla di Eroi
quali sono Tutti i caduti
sotto il regime Fascista
(il peggiore della Storia)
.. è pertanto inevitabile
che periodicamente
se ne “discuta” ancora
ma l’esito della discussione
è ineludibile e ovvio,
salvo eccezioni e furbate vv. :
..
Volevano accusare Giorgia
del delitto Matteotti
https://www.maurizioblondet.it/volevano-accusare-giorgia-del-delitto-matteotti/
Ma il libro Mastro dei Buoni
soffre la fastidiosa presenza.
di rare eccezioni.
Ecco l:ultima
(di interesse globale)
dai titoli del quotidiano
progressista per antonomasia
e, come sempre,
professionalmente anti-fake.
In questo caso l’obiettivo
del tentato assassinio
(non si sa se coronato da successo)
è R.Fico
e chi lo colpì (sparandogli)
è un Poeta-Pacifista,
armato di buone intenzioni
capace di buoni sentimenti
mentre … il terribile criminale
è …
..
..
Chi è Robert Fico,
il premier slovacco
accusato di ’Ndrangheta
tra l’amicizia con Putin
e la guerra ai giornalisti
(dalla nostra corrispondente.
Tonia Mastrobuoni)
Un ritratto
del leader progressista di Bratislava
trasformatosi in un
populista xenofobo,
No Vax
e amico di Putin
che ha messo nel
mirino
magistrati,
media
e ong