Ieri mattina, Gabriele Guerra era un uomo amareggiato, depresso. Disoccupato da sei anni, senza ammortizzatori sociali, vive da allora grazie alla pensione della mamma che, paradossalmente, è appena poco alta – di poche centinaia di euro – del tetto stabilito per avere il reddito di cittadinanza e di poter usufruire dei pacchi alimentari.
Così, ieri mattina, Guerra (che sta cercando di trovare una nuova occupazione, dopo 36 anni di lavoro: ma a sessant’anni non è facile) ha postato un pensiero sconsolato su Facebook: l’abbiamo intercettato e abbiamo deciso di raccontare qui su TgVercelli la sua storia. In un attino è partita un’impressionante catena di solidarietà.
Racconta lui stesso: “Son commosso. Dopo il vostro articolo, ho ricevuto pacchi alimentari da Panfocaccia Panetteria, da Vercelli Soccorso, da Andrea Perotto della Protezione Civile di Cavaglià. Quest’ultimo è intervenuto grazie all’input di Carlo Olmo, che questa mattina mi ha ricevuto nella sua casa di via Delpiano e che mi ha a sua volta aiutato in modo straordinario”.
“Vercelli Soccorso – prosegue Guerra – mi ha inserito nel gruppo di persone che mi aiuteranno sistematicamente, e la stessa cosa mi è stata garantita dal Banco alimentare di via Paggi della signora Wanna Goddi. Devo ringraziare tutte queste persone, sono commosso. Sinora, eccezion fatta per la Caritas parrocchiale, nessuno aveva pensato a me e a mia mamma. Grazie, grazie di vero cuore”.
Ricordando che anche il Bicciolano, Enrico Rampazzo, ha garantito il suo interessamento alla causa di Guerra, chiudiamo questo servizio, ribadendo che Vercelli è davvero la città della solidarietà e Carlo Olmo il suo, straordinario, trascinatore.





