L’Asl di Vercelli, dove i casi di persone del vercellese contagiate ricoverate al Sant’Andrea è salito a due (come confermato dalla Regione), si porta avanti nello strutturarsi per affrontare l’emergenza legata ai contagi da Covid-19 e, dopo aver destinato la rianimazione ad accogliere e gestire casi di contagio diventando così punto di riferimento del quadrante per tale patologia con 12 posti letto, come confermato oggi dall’assessore Icardi nella riorganizzaizone ospedaliera regionale per l’emergenza coronvirus (leggi qui), ora annuncia un giro di assunzioni straordinarie di personale soprattutto infermieristico, che già nei prossimi giorni entreranno a supporto dei loro colleghi. Si tratta di una misura ovviamente eccezionale presa “in questa situazione di estremo impegno a causa dell’emergenza Coronavirus”, come sottolinea la stessa Asl in una nota.
Dicono dall’Asl: “I primi 6 infermieri prenderanno servizio nei prossimi giorni, e a stretto giro gli altri con i quali sono in corso in questi giorni gli interpelli, anche di personale interinale”. “Si tratta di un provvedimento necessario – puntualizzano dall’Asl di Vercelli – tra i tanti urgenti e indifferibili che questa situazione straordinaria impone per affrontare l’emergenza e nel contempo garantire la continuità dei servizi ordinari, compresi quelli relativi alle urgenze sanitarie più tradizionali”.
Al Sant’Andrea dunque verrà ospitata una Rianimazione COVID dedicata, e in prospettiva un intero settore dell’ospedale a valenza infettivologica.
Arriva anche, sempre nella nota dell’Asl, la risposta alla denuncia fatta dal sindacato degli infermieri Nursing Up stamattina, in un comunicato, in cui venivano chieste spiegazioni per il caso di alcuni infermieri che, posti in una sorta di quarantena volontaria dopo il contatto con il primo caso positivo, il paziente 54enne di Borgosesia, sarebbero poi stati richiamati in servizio (leggi qui).
“L’Azienda ha potuto contare sulla collaborazione di quanti pur risultando contatti del primo caso risultato positivo – scrive l’Asl -, persona tuttora assistita in Rianimazione, posti in contumacia fiduciaria dall’Azienda stessa, hanno potuto, con tutte le precauzioni del caso, sia per sé stessi che per il paziente, prestare la loro opera preziosa proprio in rianimazione, nell’accudimento di quel malato, in attesa del completamento delle assunzioni già in corso”.
“La contumacia fiduciaria dei dipendenti – dichiara poi il Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Chiara Serpieri, sempre relativamente al caso degli infermieri a rischio contagio – è una fattispecie di competenza dell’Azienda che, se ben gestita, – e non abbiamo motivo di pensare che i nostri operatori non siano adeguati, come professionisti che hanno nel proprio profilo di competenze perfino la formazione verso i pazienti – può in ultima ratio consentire la corretta gestione dell’assistenza in piena sicurezza e nel pieno rispetto dei protocolli e delle procedure che sono state predisposte. Professionisti preparati che sanno come comportarsi e che sono, si ripete, preziosi, il cui esempio dovrebbe rassicurare la popolazione”. “Prendiamo le distanze da proclami irresponsabili – aggiunge la Serpieri -, soprattutto se, come riteniamo, siano dettati da cattiva informazione. Bisognerebbe essere presenti nelle nostre sedi per capire l’impegno e l’attenzione di tutti coloro che stanno lavorando in questi giorni, in stretto concerto con l’Unità di Crisi e gli altri organi istituzionali, per garantire il servizio pubblico non solo di emergenza, ma di continuità verso i nostri utenti”.