Il sindaco Roberto Scheda, ha partecipato oggi all’80° anniversario della fucilazione dei tre partigiani – Alcide Cassetta, Renzo Dreussi e Clito Mosca – avvenuta il 27 febbraio 1945 al rione Isola.
“È un giorno di tristezza – ha detto il primo cittadino nel corso del suo intervento – Si tratta di tre giovani che sono stati barbaramente uccisi dalle forze nazi-fasciste. Non dobbiamo esser qui solo per dovere, dobbiamo testimoniare la nostra presenza specie in questo periodo storico in cui le libertà sono messe in pericolo a livello internazionale”.. Scheda, alla luce delle ultime vicende mondiali, si è detto «preoccupato» e ha richiamato “alla difesa della libertà e alla forza di volontà perché episodi simili non si ripetano mai più”.
Durante la mattinata è intervenuto anche il signor Aniceto Graziano che, al tempo della fucilazione dei tre partigiani, era bambino e che è stato l’artefice del recupero e conservazione dell’area dove oggi sono esposte le lapidi di Cassetta, Dreussi e Mosca.
L’orazione ufficiale è stata affidata a Enrico Pagano, direttore dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Vercellese, in Valsesia e nel Biellese. Pagano ha ricordato le origini di Cassetta (nome di battaglia “Vento”): nato nel 1919 in provincia di Rovigo è emigrato in questi territori e ha aderito alla Resistenza a settembre del 1944. Dopo esser stato arrestato il 2 febbraio 1945 ad Olcenengo, è stato condannato a morte il 26 febbraio. “Alla sua fucilazione – ha raccontato Pagano – alcuni fascisti si sono rifiutati di aprire il fuoco, ma è stato ugualmente giustiziato da altri esponenti del gruppo di fuoco”. Sono state poi ricostruite, “pur non essendoci molti documenti ufficiali” – le vite di Renzo Dreussi (nome di battaglia “Baracca”) e Clito Mosca (nome di battaglia “Bomba”). “Ci colpiscono due particolari – ha proseguito il direttore -. Il primo: anche Mosca era emigrante, era infatti nato in provincia di Udine. Questo è segno di come in quelle zone, nell’Italia fra gli anni Venti e Trenta, la povertà era ancora più diffusa poiché erano state le aree di fronte della Prima Guerra Mondiale. Il secondo particolare: questi tre giovani, probabilmente, non hanno incrociato le loro vite fino all’ultimo giorno, quello più tragico”.






Al di là della commemorazione
del triste episodio
spiccano le parole del sindaco,
quando osserva che:
…..
” (…) in questo periodo storico
in cui le libertà sono messe in pericolo
a livello internazionale”..
.. ( ha poi richiamato..:)
“alla difesa della libertà
e alla forza di volontà
perché episodi simili
non si ripetano mai più”.
……
Mi sorge qualche dubbio,
non pare chiaro
quale posizione personale
voglia esprimere, sostenere
Da un lato,
par di capire
che da noi c’è la Libertà
(e questa è già una notizia,
buona),
ma che qualcuno
la vuole metter a rischio,
dall’esterno.
Qualcosa non va.
Pare anche me,
ma chi è costui ??
.. avrei due o tre nomi,
dei dubbi.
Mi trovo (ci troviamo?!?)
nel marasma + completo!
Ah! .. Se il sindaco
ci spiegasse meglio !
Preoccupa un po’ sentire
che potremmo
(per raggiungere “lo scopo”)
mancare, difettate un po’
della necessaria “forza di volontà”.
Temo anch’io .. quale ferma volontà
potrà mai possedere un popolo
di fronte alle rivoluzioni
ai “tempi nuovi”
se il giorno di carnevale
ha paura del temporale ?