“Ciao Flower, resti nei nostri occhi e nel nostro cuore. Resti e resterai”

“Ti porteremo nel cuore per sempre, e oltre che nel cuore, anche in campo”. È stato uno dei commossi saluti fatti questa mattina in Duomo dai compagni di squadra nel Volley Vercelli di Edoardo Fiore, per tanti Edo, per tanti Fiore, per tanti altri ancora “Flower”. Per tutti, come è stato detto in uno degli interventi, “un ragazzo d’oro, con cui non si può che essere grati di aver condiviso il cammino”. Un cammino troppo breve.

Raramente s’era visto il Duomo tanto affollato e colorato. Di bianco e di blu, i colori della squadra. Centinaia di giovani, ma non soltanto i giovani che, sotto i giacconi, i giubbotti, indossavano una felpa blu e, sul feretro, sormontato di rose bianche, un piccolo stelo di palloncini biancoblù.

Ma soprattutto colpiva il silenzio, il raccoglimento delle persone radunate nella cattedrale. L’omaggio ad un diciassettenne “dalla voce bassa, per non dare mai fastidio, e dal sorriso stupendo, che contagiava tutti”, che non è possibile pensare che non ci sia più a scaldare il cuore dei suoi amici (“Ci sarà un vuoto in palestra difficile da spiegare”). Quelli della “big family biancoblù e dei suoi compagni di scuola, prima dello Scientifico, poi dell’Itis. 

Tra coloro che, prima della benedizione del feretro, hanno voluto salutare “Flower”, la sua insegnante di Religione allo Scientifico, Elena Fossale:  “Ti vediamo davanti a noi, così alto che dovevamo alzare la testa per guardarti in quegli occhi azzurri e vispi. Ti salutiamo con un sorriso, lo stesso che ci rivolgevi tu, che seppur timido non lo negavi mai a nessuno. Ti salutiamo con tanti ricordi e pensieri e ti promettiamo che non cesseranno e ti faranno essere qui, con noi.  Resti tra i banchi di scuola, sul campo di pallavolo davanti alla rete, pronto per saltare, su un sentiero di montagna più vicino alla vetta. Resti nei nostri occhi, resti nel nostro cuore, resti e resterai”.

In chiesa, per l’ultimo saluto, tanti sindaci e amministratori della Bassa, con la fascia tricolore, tra i quali ovviamente, il vice sindaco di Vercelli Domenico Sabatino e il sindaco di Pezzana. Distro l’altare i labari dei Comuni. Ha celebrato monsignor Denis Silano, direttore della Cappella Eusebiana e parroco di Rive e Costanzana, e con lui anche mons. Cesare Caggiula, parroco di Pezzana, don Massimo Bracchi, parroco delle Maddalene e mons. Stefano Bedello, parroco del Duomo, e vicario generale che ha animato la liturgia.

Nell’omelia, monsignor Silano si è rivolto direttamente a Edo, ma è chiaro che parlava soprattutto a mamma Alessandra e a papà Michele con le uniche parole possibili, quelle della Fede: “Dove andiamo a cercare delle risposte che non rispondono mai? Una domanda che si muove attraverso questa assemblea, che è qui intorno a te, è: ma tu dove sei, Edo? Oggi si usa un’espressione, che però non rende ragione della Fede e della speranza: ovunque tu sia. Mu tu non sei ‘ovunque’ e nemmeno ‘in nessun luogo’. Tu non sei nel nulla, per strade ignote, non sei in una terra sconosciuta, nel luogo delle ombre: tu sei davanti a Dio, tu stai mettendo i tuoi occhi in quelli del Signore Gesù…Non ci sono più libri sui quali studiare, progetti da realizzare, non ci sono più partite da vincere, tornei, campionati da giocare, né coppe né trofei. Adesso, Edo, c’è il momento più importante di tutti e di tutto: adesso il Signore ti riporta a casa, sei a casa, nella patria che il Signore ci ha preparato”.

La commozione, durante le esequie, era palpabile, il dolore lancinante. Tre giovani hanno dovuto ricorrere alle cure mediche dei numerosi volontari del soccorso presenti: è stato necessario anche l’intervento di un’ambulanza.

Poi il feretro è uscito, i palloncini bianchi e blu che erano stati collocati sotto il portico del sagrato sono stati liberati al cielo, mentre i compagni di squadra hanno esposto un grande striscione: “Ciao Edo, insegna a palleggiare anche agli angeli”. E mentre il carro funebre con la salma si allontanava verso Billiemme, era impossibile non pensare alle parole della presidente del suo Volley, Cristina Bertolini: “La vita è tanto bella, quanto maledettamente cattiva”.

Edm

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here