Chiudono le Officine Sonore, viva le Officine Sonore!

Dal 5 gennaio 2020 Vercelli sarà più povera perché a mancarle sarà un pezzo importante della sua vita musicale e aggregativa. Sarà infatti l’ultimo giorno delle Officine Sonore. A darne l’annuncio sabato scorso sulla pagina FB sono stati i due gestori Mattia Ferrari e Monica Freddano con parole che hanno spiazzato chiunque abbia frequentato anche solo per una volta il locale di via Caduti sul Lavoro.

Ecco il comunicato integrale: “È giunto il momento del comunicato che non avremmo mai voluto fare. Quello nel quale annunciamo la chiusura di Officine Sonore. Il 5 gennaio sarà l’ultimo importante live. Molti di voi sono già a conoscenza della situazione, comunque , dopo un’attenta riflessione abbiamo deciso di porre fine alla nostra avventura, almeno temporaneamente. L’intenzione è sicuramente quella di ricominciare con un nuovo progetto ma nell’immediato la scelta più sensata è quella di fermarci. Abbiamo passato 9 anni stupendi con voi che ci avete costantemente supportato e aiutato in ogni momento, dai più belli ai più complicati. In questi 9 anni abbiamo conosciuto colleghi e professionisti che ci hanno permesso di migliorare in ogni aspetto della nostra vita, abbiamo conosciuto amici e musicisti coi quali abbiamo passato momenti meravigliosi. Abbiamo lavorato con band internazionali che nemmeno avrei pensato di incontrare. Non sappiamo dove e come continuerà il progetto, ma sicuramente faremo di tutto per proseguire”.

Per gli habitué la notizia era già nell’aria, ma per gli altri è stato come un fulmine a ciel sereno. In poche ore si sono moltiplicati gli attestati di stima e di solidarietà, oltre alle condivisioni di persone che alle Officine ci hanno suonato, hanno ascoltato buona musica o più semplicemente ci sono andati per bersi una birra, fare due chiacchiere e conoscersi meglio.

Caso vuole che l’annuncio sia stato dato poche ore prima di uno degli appuntamenti tradizionali delle Officine, quella Psychobalera che era iniziata proprio lì e che proprio sabato ha chiuso i battenti per volontà dei suoi due creatori: Andrea Morsero e Marco Rota. Anzi, a essere precisi la Psychobalera era stata tenuta a battesimo in via Schilke, dove le Officine, allora circolo Arci, si trovavano prima di spostarsi nella sede attuale di via Caduti sul Lavoro.

Ed è nel più capiente capannone di 260 metri quadrati che Vercelli ha vissuto le pagine più belle della sua recente vita musicale. Abbiamo detto della Psychobalera, ma non dimentichiamo che su quel palco – un palco tra i più professionali in circolazione – si sono esibiti fior di musicisti di ogni natura e di ogni genere, volti noti e meno noti. Un nome su tutti: la leggenda del punk Richie Ramone.

L’elenco potrebbe proseguire all’infinito e i nomi, in questo caso specifico, contano e non contano. Ciò che preme sottolineare è che le Officine hanno accolto davvero tutti e che offrire l’opportunità di suonare in una città dove i posti per farlo ormai non esistono più è stata la loro politica artistica fin dagli albori.

Non ce ne vogliano gli altri locali cittadini che continuano a proporre musica, ma la verità dei fatti è questa: le Officine Sonore erano rimaste l’unico spazio a Vercelli per suonare musica dal vivo. Tanto per fare un esempio, ne sanno qualcosa le band emergenti che hanno partecipato alle varie edizioni del festival Giovani Aironi. Vero che la serata finale si è sempre tenuta al Civico, ma le selezioni erano puntualmente ospitate dalle Officine Sonore.

Qualcuno diceva che si erano specializzate in un solo genere: il metal e i suoi derivati. Nulla di più falso, poiché a scorrere gli infiniti concerti che si sono tenuti in via Caduti sul Lavoro è facile dimostrare il contrario. Metal sì, ma anche rock, punk, blues, indie: insomma musica in tutte le declinazioni possibili e immaginabili. Artisti italiani e stranieri. Dj set per tutti i gusti: la già citata Psychobalera, le Queens of Rock’n’Roll, le FreakFest, le feste della Famiglia Male e chi più ne ha più ne metta.

Il grande pregio delle Officine, che ha viaggiato di pari passo con la sua meritata fortuna, è stato quello di aprirsi e non, come magari avrebbero agito altri, coltivare il proprio orticello senza la preoccupazione di guardarsi attorno. Esattamente come è nella natura della musica stessa, le Officine ne hanno seguito l’elementare alfabeto.

Ora, questo non vuole essere un epitaffio, ma un resoconto di quanto successo in questi anni e un appello per quello che sarebbe per tutti un felice ripensamento. Mattia e Monica scrivono che “l’intenzione è sicuramente quella di ricominciare con un nuovo progetto ma nell’immediato la scelta più sensata è quella di fermarci”. Una pausa di riflessione che servirà a fare un bilancio, a capire cosa c’è da cambiare, cosa da mantenere uguale e cosa da migliorare. Un loro repentino ritorno non solo è auspicabile, ma è necessario. Le Officine Sonore chiuderanno, viva le Officine Sonore!

Massimiliano Muraro

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