Il Beethoven al limite della perfezione di Tjeknavorian: un trionfo

Rimonda e la Ducale si congratulano con Tjeknavorian al termine del Concerto di Beethoven

 

Vercelli – Diavolo d’un XXII Viotti Festival. Non fai in tempo a definire “memorabile” un concerto come quello del trombettista russo Sergei Nakariakov, non hai ancora interamente metabolizzato quella serata di due settimane fa che, a ragione, ti era apparsa a dire poco irreale, che arriva un altro musicista, nella fattispecie un violinista austriaco, a lasciarti a bocca aperta con un’esecuzione “di virtuosità e trascendenza” (per rubare una definizione tanto cara ad Angelo Gilardino) appunto “memorabile”.

Al Civico, grazie dapprima al professor Robbone e poi ai suoi epigoni del “Quartetto”, e quindi grazie alla “Ducale” si sono cimentati i violinisti sommi (Menuhin, Accardo, Ughi, solo per citare i primi tre che ci vengono in mente) e uno come Rimonda – a sua volta violinista di straripante bravura – ben sa che cosa significa regalare ogni anno in un Festival intitolato al violinista Viotti veri draghi dello strumento ad un pubblico via via sempre più esigente.

La stagione scorsa il Viotti Festival donò al Civico Kavakos. Ieri sera è stata la volta di un giovane destinato, a breve, a raggiungere la notorietà dei violinisti più importanti del mondo. Emmanuel Tjeknavorian è un predestinato che, per arrivare già oggi ad essere considerato tra i più bravi in assoluto, ha lavorato sodo sfruttando bene i talenti ricevuti in dono da Madre natura, dal Cielo, dal padre (fate voi). Il secondo premio assoluto al ”Sibelius” 2015 ha fatto il resto: il violinista austriaco l’ha sfruttato come rampa di lancio entrando nell’orbita mondiale.

Ieri sera ha eseguito un Beethoven semplicemente magistrale con una padronanza assoluta e un controllo rigoroso, in ogni singolo attimo, su ogni nota, cadenze comprese. Il pubblico (e l’orchestra) gli hanno tributato battimani e battipiedi significativi, cui Tjeknavorian ha contraccambiato con la trascrizione per violino di un semi-furtivo lieder beethoveniano: “La Marmotta”.

La Ducale diretta da Rimonda esegue Mozart

Detto del successo del giovane violinista austriaco, vogliamo parlare anche della Ducale, un’orchestra sempre più eccellente, sotto la guida di Rimonda: prima con Haydn, poi con Mozart (il primo celeberrimo movimento della Sinfonia numero 40 era il marchio di serata della “musica che aspetta te”), la Camerata Ducale ha sfoggiato due interpretazioni curate  come non mai. La Decca avrebbe potuto registrare e dare il via al disco: buona la prima, anzi ottima.

Morale: serata “memorabile”. Ne aspettiamo altre.

edm

 

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