Arriva al supermercato il riso “6+” con selenio e iodio nato nel Vercellese

Era nato da un’intuizione, ora arriva sugli scaffali dei supermercati. E’ Il riso “6+”, potenziato con selenio e iodio, frutto di un connubio tra scienza e agricoltura che, escludendo ogni manipolazione genetica, arricchisce il cereale Made in Italy attraverso un metodo fogliare, con due minerali carenti nella nostra alimentazione quotidiana. Il prodotto è in commercio con il marchio “Risoricco” ed è proposto da “Le Stagioni d’Italia”

Il progetto è stato partorito in due aziende agricole vercellesi amministrate da Roberto Giallombardo. L’idea di arricchire il riso senza stravolgerne le proprietà intrinseche era maturata tra Giallombardo, ligure trapiantato in Piemonte, ed esperti del settore nutrizione: la professoressa Mariangela Rondanelli dell’Università di Pavia, specializzata in endocrinologia, malattie del ricambio e scienze dell’alimentazione; il professor Attilio Giacosa, coordinatore scientifico del Dipartimento di gastroenterologia del Policlinico di Monza. I due studiosi sono partiti da un presupposto: l’apporto negli alimenti di iodio e selenio, che hanno un ruolo vitale nell’organismo per l’attività antiossidante e tiroidea, è insufficiente perché derivato dal terreno che in tutto il mondo (Italia compresa) contiene scarse percentuali.

Roberto Giallombardo

Sulla base di queste considerazioni scientifiche, Roberto Giallombardo con il figlio Luca e Gianlorenzo Ottaviani, hanno curato la parte tecnica sperimentando le prime prove nella risaia piemontese. Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli-Biella, ha creduto in questo progetto e creato le basi perché assumesse una dimensione non solo di nicchia e limitata al luogo d’origine: “Ho intuito subito che sarebbe stata un’idea da portare avanti anche perché il mercato della nutraceutica avrebbe offerto possibilità interessanti. Compiuti i primi passi nel Vercellese, ho messo in contatto l’imprenditore con realtà che potessero offrire maggiori possibilità di coltivazione e commercializzazione”. Ottenuto il brevetto in Italia, il riso 6+ è approdato nelle risaie di Jolanda di Savoia (Ferrara), altra patria del cereale Made in Italy. Qui il super riso viene coltivato da alcune aziende su 200 ettari prima di essere lavorato e commercializzato fra i prodotti de “Le Stagioni d’Italia”.

La professoressa Marangela Rondanelli

Il riso, cereale di facile digeribilità che sfama oltre la metà della popolazione mondiale, con l’arricchimento migliora il benessere dell’organismo, prevenendo le patologie croniche legate all’invecchiamento, grazie alle proprietà antiossidanti del selenio e di quelle dello iodio antitiroidee. Una porzione da 80 grammi di questo “functional food” apporta un quantitativo di selenio pari all’80% e di iodio equivalente al 30% dell’introduzione giornaliera raccomandata. L’origine della denominazione “sei” deriva dai simboli chimici di selenio e iodio. Giallombardo: “Il nostro obiettivo è diversificare e offrire l’opportunità anche ad altri agricoltori e all’industria di trasformazione di avere a disposizione un prodotto con valore aggiunto, apprezzato dai consumatori”. L’applicazione avviene in campo, senza agire sulla pianta o sul chicco, ma attraverso l’utilizzo di fertilizzanti fogliari in fase di maturazione. Il periodo d’intervento consiste in un trattamento in modalità meccanizzata eseguito 10-15 giorni prima della raccolta.

Il professor Attilio Giacosa

Testato sul Volano, sarà esteso ad altre varietà ed è già commercializzato sugli scaffali di Bennet, Italmark (Pavia, Bergamo, Brescia, Trento), nelle catene di Gda (Sud Italia), Finiper e sul portale online de “Le Stagioni d’Italia”.

Prove, con ottimi risultati, sono state condotte anche sui derivati, come le gallette di riso. “Nei prossimi mesi – aggiunge Giallombardo – otterremo il brevetto europeo”. Il sistema dell’arricchimento è già stato applicato con successo su grano, soia, arachidi e ceci. Lo staff tecnico di Luca Giallombardo e Gianlorenzo Ottaviani ora lo sta testando su lenticchie e pomodoro. Oltre all’alimentazione umana, si rivolge anche a quella zootecnica: si pensa di sfruttare l’alto apporto di selenio e iodio nella paglia di grano per gli allevamenti bovini.

 

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