Al via il taglio del riso, i timori di Coldiretti per una stagione difficile: “La nostra risicoltura va tutelata”

Partita, in linea con gli anni precedenti a livello di tempistica, la raccolta del riso nelle campagne vercellesi e nel basso biellese. Lo annuncia Coldiretti che sottolinea come il 2022 sia stato un anno molto complesso per il settore che “dopo i rincari di carburante e materie prime causate dalla guerra in Ucraina, ha dovuto fare i conti con una siccità mai vista negli ultimi 70 anni e con le ultime grandinate che, specie nella zona di Salussola, hanno dimezzato la produzione”.

Per Coldiretti Vercelli Biella “Il riconoscimento dello stato di emergenza in Piemonte e il via libera in Conferenza Stato Regioni al decreto del Mipaaf che stanzia 15 milioni di euro fino ad esaurimento per i risicoltori italiani sono soltanto un parziale ristoro per gli agricoltori che devono far fronte a perdite ed aumenti ingenti. Rispetto al Novarese il problema siccità è stato più contenuto anche se tangibile, ma i temporali delle scorse settimane hanno comunque creato numerosi danni alle aziende”.

A pesare ulteriormente su questa annata, coem si evince dai dati in analisi da parte di Coldiretti, anche l’esplosione dei costi energetici con aumenti record che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio.

“Per sostenere il settore bisogna anche lavorare sugli accordi di filiera come strumento indispensabile per la valorizzazione delle nostre produzioni e per un’equa distribuzione del valore lungo la catena di produzione – commentano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Francesca Toscani -. Non va dimenticato che sul nostro riso grava, poi, la concorrenza sleale delle importazioni low cost dai paesi asiatici che vengono agevolate dall’Unione Europea nonostante non garantiscano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e dei diritti dei lavoratori. Bisogna tutelare la nostra risicoltura e questo deve essere un obiettivo primario per l’Europa visto che abbiamo un prodotto che si distingue per sicurezza nella produzione e qualità, rispetto a quello importato dall’Asia a basso costo, frutto di soprusi”.

In Italia oltre il 70% del riso importato è oggi a dazio zero. Un esempio è il Myanmar, che è tra i primi fornitori del nostro Paese con 72,5 milioni di chili nei primi sei mesi del 2022, ben 24 volte di più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con un trend favorito dalla scadenza della clausola di salvaguardia con la quale si erano bloccate le agevolazioni tariffarie concesse al Paese asiatico e alla Cambogia che ha più che raddoppiato le sue esportazioni verso l’Italia.

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2 Commenti

  1. i timori di Coldiretti ..
    ..
    La congiuntura ha flagellato, più di chiunque altro, in particolare, l’Agricoltura:
    “.. i rincari di carburante e materie prime causate dalla guerra in Ucraina .. una siccità mai vista negli ultimi 70 anni e con le ultime grandinate che, specie nella zona di Salussola, hanno dimezzato la produzione .. l’esplosione dei costi energetici con aumenti record che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio”
    e il mondo agricolo ha ottenuto soltanto:
    “un parziale ristoro”
    La soluzione ci sarebbe:
    “bisogna anche lavorare sugli accordi di filiera”
    .. ma non basta, c’è da far fronte ad intollerabili ingiustizie:
    “.. poi, la concorrenza sleale delle importazioni low cost dai paesi asiatici .. nonostante non garantiscano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e dei diritti dei lavoratori. ”
    Insomma:
    “Bisogna tutelare la nostra risicoltura ”
    ..
    Ogni categoria, ogni comparto del mondo del lavoro e della società ha i propri caratteri distintivi.
    Mentre gli operai, artigiani o lavoratori autonomi si barcamenano con una certa serena tranquillità e credono di vivere floridamente, come pure i pensionati .. gli agricoltori sembrano afflitti da ansia, necessitano di sentire attorno ad essi il calore umano dei propri simili sulla Terra, sono fragili e bisognosi di particolare attenzione ed aiuto, forse anche solo di una parola di conforto ma meglio se di versamenti sul conto corrente d’Impresa, soldi che facciano loro sperare in un futuro remoto di floridezza economica totale. Non basta più, come accadeva duecent’anni fa, indicare nella Provvidenza e nella Preghiera, la Panacea generale pel Creato. Hanno capito i rischi del Mondo!

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