Addio al maestro Sergio Ranghino: fece amare la musica a generazioni di vercellesi

Sergi Ranghino stringe la mano al Presidente Pertini all’inaugurazione della nuova media Lanino in corso Tanaro

Vercelli – Con la scomparsa del maestro Sergio Ranghino, avvenuta all’ospedale di Novara, a 93 anni, Vercelli perde uno dei veri, autentici, preparati e generosi protagonisti di una grande stagione musicale. Ranghino lascia i figli Graziella (fino a pochi mesi fa assessore comunale al Turismo nella giunta Forte), Riccardo e Laura, I funerali saranno celebrati mercoledì alle 11,30 nella chiesa di Santa Maria Maggiore, dove domani, martedì, alle 17, sarà recitato il Rosario. La chiesa dove i vercellesi daranno l’estremo saluto all’amato maestro di canto e di musica è proprio quella che, ottantacinque anni fa, indirizzò l’allora giovanissimo Sergio Ranghino verso la sua inesausta e amatissima attività in ambito musicale.

Sergi Ranghino aveva 93 anni

Era bambino quando, ascoltando l’armonium in quella chiesa, egli fu conquistato dalla musica, e il maestro del Coro della parrocchia, che si chiamava Antonio Manzo decise, d’intesa col parroco don Aragnetti, di inserirlo in formazione perché Sergio Ranghino aveva una bella voce e già s’intravedeva la sua futura passione. Il piccolo Sergio, spronato dal padre Secondo, che aveva un negozio di vasellami per il Corso, incominciò quindi a prendere lezione di pianoforte dal maestro Giuseppe Rosetta e a frequentare, la domenica, le lezioni orchestrali che Aristide Colombo teneva all’allora Ospizio dei Poveri, la casa dei Ciudìn.

La guerra poi (era il 1944) lo costrinse ad arruolarsi: Sergio Ranghino scelse la Guardia di Finanza e fu assegnato al Poligrafico di Novara. Finito il conflitto, andò a lavorare in banca (aveva frequentato avviamento commerciale), ma continuò a studiare musica e canto: andò a lezione di tecnica e interpretazione vocale a Mantova, dal celebre Ettore Campogalliani (il maestro della Tebaldi, della Freni e di Pavarotti) e apprese tutti i trucchi del mestiere per guidare non solo le Orchestre ,ma anche i cantanti e nel 1965 si diplomò in Canto al Conservatorio.

Con quel diploma incominciò ad insegnare musica nelle scuole (per molti anni alla “Lanino” della preside Carla Sala Pollero), ma continuò ad organizzare e dirigere eventi musicali con un’orchestra composta da fior di musicisti vercellesi che l’amico Guido Rossi chiamò “Vallotti”.

A proposito di Vallotti, il suo sostengo alla Scuola comunale musicale vercellese fu assoluto e totale, per molti anni, grazie all’amicizia con l’amico trombonista Giuseppe Rondano e poi con il figlio Ivan, flautista, e attuale componente del gruppo di docenti che dirige il prestigioso istituto musicale vercellese.

Tra i ricordi più belli della vita di Ranghino  – concerti dell’Orchestra Vallotti a parte, che egli dirigeva con  passione e competenza – lo spettacolo che la scuola “Lanino” dedicò al Presidente Pertini, in occasione dell’inaugurazione del nuovo istituto in corso Tanaro: spettacolo che egli curò e diresse nei dettagli.

Già molto anziano, Sergio Ranghino continuava a suonare il suo piano verticale, ad ascoltare le musiche che lo avevano accompagnato per un’intera vita, ad informarsi delle vicende cittadine ovviamente della Vallotti, della Camerata Ducale, della Società del Quartetto e di Angelo Gilardino (i due si stimavano moltissimo).

Si è spento proprio all’indomani della conclusione del 70° Concorso Viotti e solo i poveri di spirito possono pensare che ciò sia avvenuto solo per caso. Mancherà alla città che gli deve essere riconoscente. Per sempre.

edm

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