Stecco: “Test diagnostici per la sicurezza della ripresa delle attività di assistenza a persone con disabilità intellettiva”

Il professor Alessandro Stecco, Presidente della Commissione regionale sanità

Un ordine del giorno presentato dal Presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco, assieme ai consiglieri del Gruppo Lega, punta a raccogliere le “lecite preoccupazioni delle famiglie che hanno un congiunto con disturbo dello spettro dell’autismo o disabilità intellettiva in previsione delle riaperture delle attività di supporto e assistenza in forma aggregata come ad esempio i centri diurni”.

 

Lo spiega lo stesso consigliere regionale Alessandro Stecco in una nota in cui aggiunge: “Con la prossima riapertura dell’assistenza ai disabili in forma aggregativa semiresidenziale come i centri diurni, è doveroso studiare un modello che abbia una solida base tecnico scientifica, che preveda un controllo periodico degli operatori che assistono i disabili intellettivi o le persone affette dall’autismo. Modello applicabile anche alle strutture residenziabili, e in altri contesti.”

 

Continua il Presidente della Commissione Sanità: “I pazienti con autismo e disabilità intellettiva sono tra i soggetti più a rischio sia per le difficoltà di interazione con norme di distanziamento e di prevenzione da contagi, tra le quali  anche l’uso della mascherina facciale, sia per aspetti sindromici e pluripatologici che possano esservi collegati che sono tutti fattori che li pongono in condizioni di maggior rischio sia di contrarre il Covid-19 che di averne evoluzione sfavorevole”.

 

“Ho avuto molti incontri con tutte le categorie interessate – dice ancora Stecco – e  ho condiviso le loro considerazioni assieme a questa mia proposta con gli Assessori alla Sanità Luigi Icardi e Politiche Sociali  Chiara Caucino trovandoli favorevoli a sviluppare un modello sostenibile di messa in sicurezza degli operatori e quindi dei loro assistiti; in questo modo gli esperti della Regione potranno prevedere uno schema di test e analisi cicliche da individuare nella modalità che riterranno idonee, anche eventualmente con i test sierologici se dentro un protocollo validato”.

 

Conclude Stecco: “dopo 3 mesi devastanti per l’emergenza Coronavirus dobbiamo pensare alle famiglie delle persone speciali, che hanno sofferto maggiormente l’impossibilità di poter proseguire le attività e i programmi personalizzati, e che potranno affidarsi così con maggior fiducia alle attività di assistenza. Lo stesso modello che si realizzerà, potrà essere utilizzato anche in tanti altri contesti aggregativi.”

 

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