Pedrale: “Una petizione per ripristinare il Dom per malati terminali in ospedale”

 

Vercelli – “Occorre ripristinare il Dom all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli”. Lo hanno detto, durante una conferenza stampa, l’ex consigliere regionale di Forza Italia Luca Pedrale e altri esponenti del Comitato civico “La nostra gente”: tra loro anche un medico, Francesco Sereno. Il Comitato ha annunciato che verrà aperta prossimamente una petizione per spronare l’Asl e la Regione a reintrodurre un servizio che viene ritenuto indispensabile per la popolazione.

La storia del Dom a Vercelli è complessa e annosa. Ma per ripercorrerla dobbiamo fare un passo ulteriormente indietro e andare al 2007 quando, d’intesa con la Regione e con la Fondazione Edo ed Elvo Tempia di Biella, l’Asl decide di istituire un hospice nella struttura dell’ex ospedale San Giovani di Gattinara: dieci posti letto in veri e propri alloggi in cui i malati terminali possano chiudere la loro esistenza confortati dai loro cari e assistiti da personale medico (ma anche psicologico, infermieristico, fisioterapeutico) di prim’ordine. La scelta della collocazione risponde sia alla necessità di utilizzare una struttura che sarebbe assurdo abbandonare sia dalla posizione baricentrica tra l’area della Bassa e quella Valsesiana della provincia di Vercelli.

L’Hospice di Gattinara diventa in breve un servizio indispensabile, ma quasi subito emergono problemi non di poco conto, legati appunto alla posizione geografica: Gattinara è assai difficile da raggiungere, soprattutto per gli abitanti del capoluogo, perché pochissimo servita dai trasporti pubblici. E sempre più gente fa notare l’incongruenza di situare un servizio così importante a 35 chilometri dal capoluogo che, con i suoi 46 mila abitanti copre poco meno di un terzo di tutta la popolazione della provincia.

Nel 2012, il direttore generale di allora dell’Asl, Federico Gallo, accoglie le istanze della gente. Non può istituire un hospice a Vercelli, perché ciascuna Asl non può averne più di uno, né tantomeno allestirlo all’interno del “Sant’Andrea” perché l’hospice dovrebbe essere una struttura totalmente separata dai reparti tradizionali. Allora, con un colpo di genio, Gallo abolisce il progetto di riportare le stanze a pagamento al sesto piano e lì ci sistema una sorta di hospice interno che, non potendo chiamare hospice, chiama Dom e cioè “Dipartimento ospedaliero interdisciplinare”. Sei camere alberghiere (ma di alberghi stellati) in cui le persone terminali sono in grado di trascorrere con i familiari (che possono sitare con loro anche 24 ore su 24) gli ultimi giorno dell’esistenza, ovviamente anche lì assistititi di tutto punto dal punto di vista medico, infermieristico e psicologico e con le migliori cure palliative, proprio come a Gattinara.

Quattro anni dopo, il Dom è però sparito, e al suo posto è stato creato un Servizio che si chiama “Amap”, Area medica di assistenza palliativa, tecnicamente si tratta di un pre-hospice. Medici, infermieri e oss vi garantiscono un servizio altamente professionale, ma, secondo “La nostra gente”, il Dom era un’altra cosa e dovrebbe essere ripristinato. Anche perché, come hanno fatto notare Pedrale e il dottor Sereno in conferenza stampa, i tumori in Piemonte stanno aumentando (più 9,8 per cento nel 2017) e il territorio vercellese è una delle aree più a rischio, come hanno di recente ricordato anche le organizzazioni sindacali. Di qui la raccolta di firme.

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