Concorso in peculato e in turbata libertà di procedimento di scelta del contraente: sono le pesanti accuse che la Procura della Repubblica di Pavia rivolge ai vertici di DiaSorin (casa madre a Saluggia) e del Policlinico San Matteo di Pavia per i rapporti che si sospetta troppo privilegiati tra l’Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e l’azienda leader nel campo delle biotecnolgie. Tutto è legato all’affidamento diretto, appunto a DiaSorin, per le sperimentazioni di test sierologici sul Covid: in sostanza, secondo i pm che hanno avviato l’indagine (il procuratore aggiunto Mario Venditti e Paolo Mazza), il San Matteo avrebbe trasferito all’azienda piemontese (soggetto privato) tutti i risultati delle sue attività di ricerca e sperimentazione (e l’ospedale di Pavia è una struttura pubblica), favorendolo a discapito di altri potenziali concorrenti che potevano testati a loro volta e giocare un ruolo importante nell’effettuazione dei test sierologici in Lombardia; e non solo: l’accordo stipulato tra i due contraenti è stato trovato senza alcuna gara.
A segnalare al Tar Lombardia queste presunte anomalie era stata una società concorrente della DiaSorin, la TechnoGenetics Srl, che fa parte della multinazionale cinese Khb, e, dopo la decisione del Tar, che aveva bocciato l’accordo tra l’ospedale di Pavia e la Spa di Saluggia, ora è intervenuta la Procura, domandandosi perché fossero state testate e approvate, solo le procedure DiaSorin, tra l’altro cn la benedizione della Regine Lombardia. Di qui la messa in stato d’accusa di otto persone; ma l’inchiesta potrebbe estendersi perché, ad esempio, sono in corso approfondimento di alcuni legami politici, secondo la procura, non secondari. Approfondimento che potrebbe portare a sviluppi interessanti, ad esempio sui tanti “no” in Lombardia ad altri test sierologici che pure avevano avuto tutte le certificazioni in regola per essere svolti, prima che le avesse anche quello di DiaSorin.
Per bocca del suo presidente, Alessandro Venturi (che compare nell’elenco degli indagati), la correttezza del San Matteo sarebbe stata esemplare perché “non è stato l’Irccs a cercare la DiaSorin, ma DiaSorin a cercare il san Matteo per far sperimentare il suo test”: e Venturi si fa forte del giudizio del Consiglio di Stato, che ha ribaltato il verdetto del Tar.
Ma la procura di Pavia (che ha disposto perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni degli indagati) va avanti con l’inchiesta rilevando tra l’altro che l’annuncio del test innovativo di DiaSorin benedetto dal san Matteo aveva fatto subito impennare le quote in Borsa dell’azienda piemontese. Tuttavia Venturi difende a spada tratta l’operato del suo San Matteo e dice: che “quello che c’è dietro all’accordo il nostro ospedale e DiaSorin è di una banalità estrema”.
Nei prossimi giorni potrebbero esserci sviluppi interessanti.





