L’infettivologo Bassetti (autorità assoluta in ambito Covid) promuove il metodo-Robbio

 

“Mi sia consentito di ringraziare il sindaco di Robbio perché sono io il rappresentante dell’Università di Genova che gli sta dando una mano ad esaminare i suoi test sierologici, che ci forniranno dati importantissimi sul comportamento di questo virus”.

Non poteva esserci dichiarazione più autorevole a proposito dei test sierologici sul Covid  incominciati a Robbio Lomellina e che avevano sollevato non poche polemiche. Perché la dichiarazione è stata fatta venerdì sera, in diretta, durante la trasmissione Quarto Grado condotta da Gianluigi Nuzzi, dopo, appunto, un collegamento da Robbio Lomellina. E a farla è stato nientemeno che uno dei più famosi e autorevoli infettivologi d’Italia, il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. E non sarà un caso se, dopo questa bendizione urbi et orbi di uno che il Covid lo studia e combatte davvero, sul campo, il metodo Robbio Lomellina, ma in generale i sistemi di analisi sierologici sul Coronavirus, siano poi stati sdoganati dallo stesso commissario delegato del Governo alla gestione dell’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri e, in Piemonte, dal coordinatore Scientifico dell’Unità di crisi, Roberto Testi, il quale, riferendosi alle indicazioni del Ministero della Salute, ha osservato che si stanno appunto esaminando e verificando i test più attendibili per poi applicarli. E se il governo partirà per una sorta di campionatura mirata da affidare all’Istat, la Regione, a detta di Testi, è intenzionata a testare la popolazione permettendo ad esempio a molti sanitari di poter rientrare in servizio, proprio grazie a queste procedure.

Sull’attendibilità dei test che sono partiti a Robbio Lomellina e che si stanno ora svolgendo, sempre in Lombardia, a Cilavegna e a Cisliano, in procinto poi di passare a Ghedi, nel Bresciano, e quindi a Barbianello, nell’Oltrepò Pavese, non ha alcun dubbio l’amministratore della Onilab di Milano, il vercellese Andrea Adessi, che li sta eseguendo d’intesa con il gemello laboratorio diganostico Varelli di Napoli.

Spiega Adessi: “I test devono superare quattro parametri per ottenere la certificazione europea che noi abbiamo ottenuto il 28 febbraio scorso. Quello che noi e il Varelli applichiamo è lo Snibe Maglumi, che ha passato tutte le prove. La prima è quella di sensibilità e di specificità, e cioè deve possedere un margine di affidabilità pari almeno al 90 per cento. Poi ha superato anche la prova sulle metodiche: due quelle ammesse, il metodo Clia e il metodo Elisa, noi applichiamo la Clia, e cioè la rilevazione chemiluminescente; poi veniva richiesta la capacità di avere apparecchiature in grado di esaminare almeno 150 test all’ora, e pure questa prova è stata superata; ed infine, come dicevo all’inizio, è richiesta la Ce, la certificazione europea che noi, ripeto, abbiamo ottenuto il 28 febbraio”.

E così il metodo-Robbio, che consente di individuare con un esame del sangue le immunoglobine Igm o Igg, per stabilire se hai o meno il Coronavirus o se, avendolo avuto, hai già sviluppato gli anticorpi per l’immunità (ma il consiglio per avere certezze totali sulla guarigione sarebbe quello di sottoporti anche ad un successivo tampone), ormai è richiestissimo, anche se il prezzo di questo esame (soprattutto per il costo dei reagenti) non è certo contenuto: 45 euro.

In ogni caso, visto che ciascuno è libero di spendere i suoi soldi come gli pare, che spesso ditte importanti, che hanno lavoratori in attività pagano loro i test, e sovente sopperiscono a chi non si può permettere di pagare questa cifra anche le amministrazioni comunali, oppure un meccanismo di solidarietà che a Robbio ad esempio ha funzionato come l’”esame diffuso” (io che possono permettermelo pago anche l’esame per un altro), sono ormai tantissimi i Comuni che si stanno informando sull’opportunità di mettere a disposizione strutture, come ad esempio i Palasport, per  sottoporre i cittadini a questi esami del sangue con tutti i criteri possibili di sicurezza. La Onilab, ad esempio, oltre che dalla Lombardia, sta ricevendo richieste anche da sindaci del Piemonte e pure dalla provincia di Vercelli.

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