Da quando, nel luglio del 2020, trovò la forza per raccontarla ai giornali vercellesi e per pubblicarla, a tappe, sulla sua pagina Facebook, la vicenda di Marco Quaglia, imprenditore oggi sessantatreenne massacrato da accuse tanto infamanti quanto irreali (cui però la magistratura ha dato credito) è diventata di dominio pubblico non solo nella nostra città, ma nel resto del Paese e anche all’estero. L’hanno ripresa “Le Iene”, la seguitissima piattaforma americana “Twitch Crime”, e tanti giornali. Vercelli e l’intera Sardegna (teatro della vicenda) gli si sono strette intorno con una solidarietà semplicemente smisurata, commovente.

Dopo 9 anni e un mese di vero inferno, finalmente la Giustizia si è riscattata e il 4 marzo 2021 il gup del Tribunale di Cagliari Michele Contini ha prosciolto definitivamente Quaglia dalla infamanti accuse di essere un violentatore di bambini e un creatore e divulgatore di video pedopornografici. Dunque, non c’è un giudice solo a Berlino, ma finalmente per Quaglia ce n’è stato uno anche in Sardegna; ma tutto ciò a fronte a inquirenti che avevano preso per buone accuse semplicemente assurde andando a cercare anche la “prova regina”: una foto che ritraeva Quaglia con una bambina svestita. Peccato che facesse parte dell’album di famiglia della bambina stessa: la nipotina di Quaglia (oggi una signora felicemente sposata e anche mamma). E che fosse un’immagine artistica scattata da una delle più famose fotografe vercellesi.
Quando, il 10 luglio del 2020 raccontammo qui, per la prima volta, quella storia, mentre pigiavamo, uno alla volta, i tasti del nostro pc, ci domandavamo, increduli, come nel nostro Paese potesse accadere qualcosa del genere: travolto dalla lentezza della giustizia che, pur avendo emesso negli ultimi tempi ripetute richieste di proscioglimento, non riusciva a staccargli di dosso quell’etichetta infamante, Marco Quaglia, il 22 novembre del 2019, in un albergo di Olbia, aveva tentato anche il suicidio, ingerendo una super dose di farmaci: lo aveva salvato un’addetta alle pulizie.
Poi, la scelta di reagire -anche grazie all’appoggio della sua straordinaria mamma – di raccontare tutto pubblicamente e, dopo il proscioglimento, quella di pubblicare la sua storia in un libro, uscito nel giugno del 2021 e andato in breve esaurito sia in libreria sia sul circuito Amazon: “Mi riprendo la vita”. Con tanto di prefazione della “Iena” Alessandro De Giuseppe e di una toccante dedica ad una bidella sarda che si era uccisa per una vicenda simile alla sua.
Quel libro ha avuto successo e l’hanno letto anche due registi, che intendevano ricavarci un film. Quaglia ha esaminato le due sceneggiature e le ha ritenute non convincenti. Dice:”Erano scritte benissimo, ma quel personaggio non ero io”.
Così ha ripreso carta e penna in mano e ha scritto un secondo libro che si intitola “…Per tornare a sorridere”. “L’ho proposto – spiega- a una decina si società editrici, cinque hanno accettato di pubblicarlo ed io, alla fine, ho scelto la ‘Cento’ di Roma, che mi ha garantito una diffusione adeguata iniziale su Amazon”.
Nel libro, il protagonista si chiama Marco, ma la storia, basata ovviamente a grande linee sulla sua vicenda, è un racconto in gran parte di fantasia, che parte dal tentato suicidio del protagonista, per poi vivere in diretta l’annuncio del proscioglimento: ma in Sardegna, non a Vercelli, come era avvenuto nella realtà dei fatti. Ed è, soprattutto, il racconto liberatorio del “dopo”. Sì d’accordo, l’assoluzione da ogni accusa, l’etichetta infamante che puoi toglierti di dosso, i momenti della gioia con i tuoi cari, gli amici. Ma qualcosa (tanto) fatalmente resta. Solo che bisogna andare avanti, “per tornare a sorridere”.
L’invenzione letteraria stavolta prevale e si estrinseca nell’incontro (casuale?) con un vecchio pescatore, Antonio, di fronte ad un vecchio ginepro, nella baia del Comune di Arzachena, in Costa Smeralda. E’ Antonio a spiegare a Marco che quel vecchio ginepro, pur piegato dal vento e con le radici ormai a vista, continua a fiorire. Ed è un segnale di forza. Tra i due nasce un rapporto stupendo, ma…
Ovviamente non anticipiamo nient’altro. Il libro è uscito ieri e costa 16 euro. Per ora è disponibile su Amazon. E’ una traccia, uno sprone per futuri sceneggiatori? Chissà. Per ora gustiamocelo come libro. Ovviamente, la sensibilità verso problemi che lo hanno toccato così da vicino ha fatto sì che anche quest’opera avesse una dedica speciale: stavolta a Mariella Pazzola, che ha sposato in carcere un ennesimo presunto colpevole. O meglio, un presunto innocente.
Enrico De Maria





